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Teatro Galli, il racconto della serata inaugurale

Il racconto della serata inaugurale del Teatro Galli comincia nel pomeriggio, quando le porte del foyer si aprono alla città. Per la prima volta, dopo un ciclo di mostre e altri eventi che negli ultimi anni lo avevano – comunque – riportato a nuova vita, il foyer è per davvero l’anticamera di una platea, di un sipario e di una torre scenica, con tutto il concerto di ordini, palchi e loggione. A intrattenersi nel salone d’ingresso nelle ore precedenti al buio in sala sono stati gli spettatori in pectore che hanno avuto la fortuna di accaparrarsi un biglietto a tempo di record, ma anche chi avrebbe partecipato alla cerimonia inaugurale godendosi lo spettacolo in Piazza Cavour, dove la voce di Cecilia Bartoli, accompagnata da una proiezione in presa diretta dello spettacolo su un telo in tulle montato sulla facciata del Teatro.

Verso le 19 hanno iniziato a fare il loro ingresso in sala le autorità. Sul tappeto roso hanno sfilato il Vescovo Francesco Lambiasi, il Sindaco Andrea Gnassi, il Prefetto Alessandra Camporota, il Questore Maurizio Improta, il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini, gli ex sindaci Alberto Ravaioli e Giuseppe Chicchi, accompagnati dalle loro moglie, l’ex senatore e giornalista Sergio Zavoli, il Presidente della Regione Emilia Romagna Bonaccini e l’Assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, E poi assessori, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Nel frattempo centinaia di persone affollavano Piazza Cavour nell’attesa che venisse trasmessa lo spettacolo inaugurale del Teatro.

Nei minuti precedenti il buio in sala il Teatro brillava quasi di luce propria, forse riflessa dagli occhi degli spettatori intenti ad ammirarne i particolari, la volta, il sontuoso lampadario nell’attesa che il sipario si aprisse. In uno dei palchi laterali si è accomodata una famiglia canadese. “Eravamo in vacanza a Rimini quando abbiamo saputo che il Teatro avrebbe inaugurato con questo spettacolo. E’ incredibile siamo riusciti a trovare un biglietto. E ora siamo tornati in Italia per goderci la serata“, raccontano.

Alle 20, come da copione, le voci si perdono e lasciano spazio al silenzio già prima del vero e proprio buio in sala. Si apre il sipario, compare la silhouette di un signore anziano. Una luce lo illumina mentre sistema alcuni fogli sul leggio. ELuciano Bagli, nato il 28 dicembre 1943, nel giorno in cui una bomba distrusse il vecchio teatro Galli. A lui il compito di traghettare il pubblico, interno ed esterno, verso la vera e propria cerimonia inaugurale. “E’ la prima volta che parlo di fronte a tanta gente. Sono emozionato. Sono nato nelle stesse ore in cui le bombe cadevano su questo teatro, chiudendolo per 75 anni. La mia età. Mia mamma diceva che sono nato prematuro, forse per colpa dello spavento per quel bombardamento che aveva distrutto quasi tutta Rimini. Una di quelle bombe era caduta nella zona di via Pomposa, sulla casa di fianco a quella dove vivano i miei genitori….”

Subito dopo è il turno del sindaco Andrea Gnassi, che appare subito visibilmente commosso. “Questa sera chiudiamo per sempre un capitolo della nostra storia. Che si era aperto 75 anni fa tra lutti, dolore, distruzione e macerie. Ci abbiamo messo tanto, troppo. Torniamo ad essere eredi di una storia millenaria“. E c’è pure il tempo per un primo accorgimento scenico. Mentre il primo cittadino è intento a pronunciar e il suo discorso il portale anteriore al palco si apre all’improvviso, sullo sfondo compare la Rocca Malatestiana.

Poi dopo i saluti finali del sindaco è per davvero buio. L’orchestra prende posto sul palco e accorda gli strumenti. Un lungo applauso e La Cenerentola di Rossini interpretata dal mezzo soprano Cecilia Bartoli può finalmente partire. Due atti interrotti da una pausa di venti minuti, in cui il pubblico visita gli spazi del ridotto, dove è stato allestito un piccolo buffet e del foyer. Poi si torna in platea sui palchi e nel loggione per il secondo ed ultimo atto. Alla fine sono nove i minuti di applausi tributati dal pubblico. Cecilia Bartoli a fine serata sceglie di ricambiare i presenti uscendo dal portone principale del foyer per intrattenersi con i più appassionati di loro. “Un teatro che riapre è una notizia stupenda, in un momento come questo“. E forse la semplicità di queste parole alza il velo sul significato di un evento che la città aspettava da 75 anni. Tanto, troppo, ma alla fine, se è vero quello che ha detto la Bartoli, tutto è andato come doveva semplicemente andare. 

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