Il Teatro ‘Amintore Galli’ di Rimini torna a vivere dopo 27.333 giorni, 898 mesi, 75 anni. L’attesa si concluderà oggi domenica 28 ottobre, quando la comunità tornerà in possesso di quello che può essere considerato lo spazio per eccellenza di fruizione di arte, musica, spettacolo e destinato a diventare il centro nevralgico e sempre attivo di produzione culturale della città. In queste ore fervono gli ultimi preparativi per tirare a lucido un Teatro pronto a brillare e farsi abbracciare dai riminesi, che stanno aspettando questo momento storico con un’emozione palpabile.
L’inizio dello spettacolo è previsto per le 20, ma le porte del Teatro saranno aperte già da metà pomeriggio. Dalle 16 saranno attivi i due bar del Foyer che saranno in funzione per tutta la serata fino a mezzanotte. Alle 17 è in programma l’apertura della biglietteria, mentre l’accesso in sala per gli spettatori sarà possibile indicativamente circa un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Sarà in funzione anche un bookshop. Ad assistere il pubblico saranno presenti almeno 25 ‘maschere’, il personale di sala, a cui si aggiunge lo staff di biglietteria e dell’organizzazione. Dietro al palco saranno al lavoro una quindicina di tecnici residenti e a supporto, tra macchinisti, elettricisti e fonici. Circa 45 i giornalisti e operatori della stampa locale, nazionale e internazionale accreditati per seguire l’evento.
Ma non è solo la prima del Teatro Galli ma anche la prima di Cecilia Bartoli che a Rimini non ha mai cantato. E’ stata invitata più di una volta per la Sagra ma non è mai stato possibile far combaciare le date.
Per questa ragione la felicità di Cecilia Bartoli è doppia.
“Non potrei essere più felice: riaprire un teatro chiuso da 75 anni, e con Gioachino Rossini! E poi a Rimini ci sono le mie origini, mio padre era riminese”, dice Cecilia Bartoli. Inaugurerà il teatro con una versione semiscenica della rossiniana Cenerentola, suo cavallo di battaglia: “Angelina è un ruolo che adoro, mi piace la sua concretezza: in casa è l’unica a lavorare, le due sorellastre non fanno niente dalla mattina alla sera! Lei prende la vita come viene, vive alla giornata, lo trovo un grande insegnamento. Rossini è stato il mio primo amore e lo è ancora: cantarlo significa mantenere grande freschezza vocale, perché ci vuole una voce estesa, duttile, sensibile, una voce sempre allenata”.