I tatuaggi rappresentano per alcuni un vezzo estetico, per altri un vero e proprio stile di vita. Sebbene questa forma di decorazione cutanea sia molto diffusa, sono numerosi gli individui che ignorano del tutto i problemi potenzialmente derivanti dai tatuaggi. Si parla nella fattispecie degli inchiostri usati per realizzare queste incisioni, i quali potrebbero comportare l’infezione della pelle da parte di germi, batteri e funghi di diverse famiglie. Lo sostiene l’Unione Europea, che ha lanciato un vero e proprio allarme relativo alla pratica dei tatuaggi: nonostante l’esistenza di norme specifiche sul grado di igiene e sui prodotti usati, ancora oggi sono diversi i rischi di infezione che corre chi si fa un tatuaggio.
Tatuaggi e infezioni della pelle
I tatuaggi, come detto, possono essere responsabili di varie infezioni della cute. La causa dipenderebbe dai pigmenti e dagli inchiostri utilizzati durante queste pratiche. Già in passato, le rilevazioni statistiche del Ministero della Salute avevano sottolineato questo dato: il 20% circa degli inchiostri usati soffre di contaminazioni da funghi e da microbi, responsabili fra l’altro di possibili reazioni allergiche quali il gonfiore e gli shock anafilattici. I pigmenti degli inchiostri contaminati possono, infatti, far insorgere infezioni cutanee di vario genere. Tra queste troviamo, ad esempio, le micosi della pelle che, secondo gli esperti di Trosyd, sono causate dall’aggressione di dermatofiti (funghi, lieviti e muffe) e vanno trattate per tempo per evitare possibili complicanze.
Tatuaggi in tutta sicurezza
I rischi visti finora sono, per fortuna, facilmente evitabili prendendo una serie di precauzioni. Una persona che desidera farsi un tatuaggio dovrebbe sempre tenere a mente alcune accortezze fondamentali, prima di sottoporsi a questo trattamento. Bisogna, in primo luogo, assicurarsi che lo studio prescelto sia in possesso di una licenza e rispetti requisiti e standard igienici e di sicurezza. Inoltre, è sempre bene controllare che vengano utilizzati i guanti e che gli strumenti da lavoro vengano sterilizzati da parte del tatuatore. Per evitare le contaminazioni da funghi, poi, gli inchiostri dovrebbero essere nuovi e certificati. Una regola che, naturalmente, dovrebbe valere anche per gli aghi utilizzati durante la realizzazione del tatuaggio.
Come capire se un tatuaggio è infetto
Iniziamo col dire che quasi tutti i tatuaggi, nelle ore successive al trattamento, recano la presenza di un arrossamento indice di una leggera infiammazione. Bisogna, infatti, considerare normale il trauma subito dalla cute subito dopo essere stata tratta con l’ago. Ci sono dei casi, però, in cui l’infiammazione può degenerare in un’infezione. Il primo sintomo è rappresentato dalla comparsa di un dolore che si protrae per diversi giorni. Altri sintomi che dovrebbero spingere verso un controllo sono la comparsa della febbre, a ridosso del tatuaggio, e il gonfiore protratto della pelle. Quando l’infezione si aggrava, si assiste alla nascita di piaghe insieme ad altri sintomi più generici, quali i disturbi allo stomaco e i problemi ai muscoli.
In base a quanto visto oggi, è sempre il caso di porre molta attenzione prima di farsi tatuare. Chi soffre di particolari deficit a livello immunitario, poi, dovrebbe evitare di correre questi rischi.