Continua a far discutere l’introduzione di quella che viene chiamata “La tassa sulle salme”.
Riportiamo la presa di posizione della Lega (Morrone) e dei consiglieri 5 Stelle Raffaella Sensoli e Andrea Bertani:
Le dichiarazioni di Morrone:
“Le giustificazioni del direttore generale dell’Asl Unica della Romagna, Marcello Tonini, sull’iniqua ‘tassa sui defunti’ sono inaccettabili e certamente il confronto sui continui scivoloni dell’Azienda non si fermerà qui”.
Jacopo Morrone, segretario della Lega della Romagna, invita quindi il direttore dell’Asl a mostrare “maggiore senso di responsabilità, riconoscendo con umiltà i passi falsi compiuti in questi mesi”, che “sono tanti, forse troppi e tali da mettere in discussione le capacità manageriali dei vertici sanitari romagnoli. Al contrario di Tonini, che sembra disprezzare le ‘vigilissime sentinelle’ che monitorano con attenzione le carenze sanitarie della Romagna, noi consideriamo indispensabile che ci sia una maggiore attenzione pubblica nei confronti delle decisioni inique assunte dal management dell’Asl Unica della Romagna che ‘infieriscono’ sugli utenti e che influiscono sui tanti disservizi segnalati dai pazienti ma anche dagli stessi operatori sanitari. Se davvero si fosse agito da molti mesi per superare questo problema” – prosegue Morrone – “di certo i Sindaci dei Comuni colpiti dalla nuova gabella non sarebbero tutti caduti dalle nuvole e avrebbero aperto un confronto con le forze sociali e politiche per arrivare a una soluzione tempestiva prima che la nuova tassa calasse come un maglio sulle spalle dei cittadini. Ciò che più disturba, tuttavia, è quel linguaggio, quelle frasi criptiche di Tonini che si arrampica sugli specchi quando giustifica ‘scadenze burocratiche’ che ‘farebbero da spartiacque tra un prima e un dopo’ e che staremmo ‘tutti affrontando con rispetto reciproco’. Questo significa che la delibera dell’Asl non sarà operativa alla data prevista? E che quindi dal primo gennaio 2018, nei Comuni sprovvisti di un proprio obitorio o di una specifica convenzione, nessuna famiglia dovrà sborsare 112 euro per il passaggio nell’obitorio dell’ospedale dei deceduti in casa”?
“Ma allora perché” – chiosa Morrone – “non si è responsabilmente evitata questa situazione, rimandando la deliberazione fino a quando i Comuni non si fossero adeguati? No, il direttore generale dell’Asl romagnola non la racconta giusta e forse sarebbe opportuno che chi ne ha le responsabilità pensasse a un avvicendamento ai vertici della sanità romagnola”.
I pentastellati – invece, in una interrogazione – sottolineano che il tributo non coinvolgerà i Comuni con camere mortuarie di proprietà e le salme provenienti da strutture ospedaliere:
“La Giunta si adoperi affinché l’Ausl della Romagna elimini la tassa sulla permanenza delle salme negli obitori. Lo chiedono in un’interrogazione Raffaella Sensoli (primo firmatario) e Andrea Bertani del Movimento 5 stelle. Questa tassazione oltre ad essere un nuovo balzello a carico dei cittadini rappresenta anche una discriminazione indiretta”, affermano i consiglieri. Infatti l’Ausl di Romagna, ritenendo i Comuni responsabili del servizio di obitorio, farà scattare il pagamento della tassa a carico delle famiglie solo nel caso la camera mortuaria non sia di proprietà comunale ma dell’Ausl. Cesena e la maggioranza dei piccoli comuni, sprovvisti di obitori di proprietà, faranno quindi pagare la tassa ai propri cittadini. Inoltre, continuano i pentastellati, le salme provenienti direttamente dalle strutture ospedaliere saranno esentate dal pagamento, e questo potrebbe comportare un aumento nel numero delle famiglie che, per non vedersi costrette a pagare la tassa, chiederanno per i congiunti malati terminali un ricovero attraverso il pronto soccorso con conseguente aumento dei costi della sanità pubblica. I consiglieri interrogano la Giunta per sapere se le affermazioni del Presidente della Regione in occasione dell’approvazione del bilancio, secondo cui per il terzo anno consecutivo le imposte regionali non hanno visto alcun aumento, non cozzi con il fatto che l’Ausl sia un ente strumentale della Regione; e se questa tassazione non sia in contrasto con le politiche volte a incentivare le famiglie a mantenere l’anziano non autosufficiente nel proprio contesto”.