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Targhe di San Marino vietate agli italiani

Giro di vite sui furbi delle targhe straniere. Cioè coloro che, pur residenti in Italia, immatricolano l’auto all’estero per non pagare il bollo italiano (soprattutto il superbollo) e l’assicurazione alle tariffe italiane; nei casi peggiori, approfittando di buchi legislativi e inefficienza amministrativa, non pagano nemmeno le multe e addirittura circolano senza alcuna copertura assicurativa, nemmeno estera. Targhe soprattutto svizzere, tedesche e dei paesi dell’est. Ma nel nostro territorio anche tante targhe San Marino. Per avere targa di San Marino occorre essere residente sul Titano. Ma sono ancora in tanti che trovano un congiunto residente sul titano che si intesta l’auto anche del residente in Italia.

Un primo passo per contrastare questo problema è stato compiuto al Senato; va cercato nelle maglie degli emendamenti al decreto sicurezza, la cui conversione è stata approvata dall’aula di Palazzo Madama. Ad annunciare il giro di vite e a spiegare un po’ più nel dettaglio la novità è stato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, sottolineando: “Abbiamo inserito nel decreto Sicurezza una norma che, con alcune deroghe, vieta, a chi risiede in Italia da oltre 60 giorni, di circolare sul territorio nazionale con veicoli a targa estera”. Attualmente chi risiede in Italia può circolare fino a 12 mesi su un’auto con targa straniera (articolo 132 Codice della strada), poi in teoria il veicolo dovrebbe essere immatricolato nel nostro Paese o lasciare il territorio. Ma la multa da 84 a 335 euro, sempre ammesso che si venga fermati e identificati in modo certo, è infinitamente inferiore a ciò che si spenderebbe di superbollo e bollo se si fosse in regola, senza contare l’assicurazione.

Giro di vite, quindi, anche sulle sanzioni. Multe da 712 a 2.848 euro, immediato ritiro della carta di circolazione e obbligo di condurre il veicolo in un luogo non soggetto a pubblico passaggio. Se entro 180 giorni dalla data della violazione il veicolo non viene immatricolato in Italia o condotto all’estero con foglio di via, viene confiscato.

Il decreto per essere legge deve essere approvato dalla Camera dei Deputati

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