Continua il dibattito sulle nuove norme inserite nel Decreto Sicurezza che riguardano le auto con targa estera. La circolare del ministero degli Interni pubblicata ieri chiarisce alcuni aspetti di applicazione ma non risolve il problema dei cittadini di San Marino residenti in Italia con macchina targata San Marino.
La circolare del ministero apre uno spiraglio per i veicoli immatricolati a San Marino e condotti da dipendenti e collaboratori italiani di imprese del Titano. San Marino – si sa – non appartiene né all’Ue, né allo Spazio Economico Europeo, condizioni che già di per sé prevedono una deroga, ma “è necessario – fa notare la Circolare – tener presente l’eventuale portata della norma in relazione agli Accordi di buon vicinato in essere tra Italia e San Marino”.
Anche l’incontro tra il presidente della Provincia Riziero Santi ed i segretari di Stato Guerrino Zanotti e Franco Santi ha visto un confronto su questo tema: ” Pur nella consapevolezza che l’individuazione di soluzioni chiama in causa le Istituzioni centrali si è parlato anche del tema della circolazione sul territorio italiano dei mezzi con targa sammarinese: San Marino ha chiesto alla Provincia un supporto per arrivare ad una soluzione” , si legge nel comunicato finale.
Nel frattempo la norma nel Decreto Sicurezza è legge ed iniziano ad arrivare anche le prime segnalazioni di multe e fermi di auto con targa San Marino.
Per evitare il sequestro dell’auto si deve pagare una sanzione da 712 euro. La nuova norma del codice della strada concede sei mesi di tempo per poi procedere all’immatricolazione dell’auto in Italia. Se entro i 180 giorni l’auto non viene immatricolata in Italia scatta la confisca amministrativa. Infatti chi risiede da più 60 giorni in Italia deve guidare un’auto con targa italiana. Si tratta di sostenere costi importanti che possono essere quantificati sui mille euro.
Ovviamente non sono solo le auto con targa San Marino sotto osservazione. Ma anche le tante auto che girano con targa estera di un paese europeo come ad esempio Romania o Polonia.
Anche per loro non si scappa e gli irregolari cercano una soluzione: c’è chi si prepara ad affrontare la lunga e complicata trafila di reimmatricolazione con targa italiana – adempimenti anti evasione Iva compresi – chi ha già caricato l’auto su bisarche dirette in Romania e chi, come riportato dal Sole24Ore, propone soluzioni opache come quelle del contratto di comodato, con il veicolo intestato a una società che a sua volta lo farebbe poi risultare come ceduto in comodato all’utilizzatore effettivo. Contratti che, esentando la legge dalle sanzioni solo quando l’utilizzatore è un dipendente o un collaboratore dell’impresa estera (di un paese appartenente alla Comunità Europea), conterrebbero per forza di cose una dichiarazione falsa.
Insomma: la norma funziona e la stretta è stata data, ma, in quanto modalità d’applicazione vi è ancora una buona dose di confusione.