E’ polemica dopo la notizia, diffusa oggi dal QN, del commento apparso sul suo profilo Facebook sugli stupri di Rimini in cui un dipendente della coop sociale Lai-Momo, un mediatore culturale di 24 anni, dal nome arabo, parlava dello stupro come “peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale”.
Commento, rimasto online pochi minuti e poi rimosso, ma condannato duramente dalla coop e al centro di un dibattito infuocato. Adesso rischia il licenziamento Abid Jee, 24 anni, che dal dicembre 2016 lavora come mediatore culturale per la cooperativa bolognese Lai-Momo.
Il ragazzo da qualche mese lavora all’hub regionale di via Mattei, dove vengono smistati i migranti poi ridistribuiti in tutta la regione, ma anche in altre strutture di accoglienza della città. Il verdetto della coop arriverà entro questo pomeriggio.
Intanto il comunicato della cooperativa è netto.
“In merito al commento sulla pagina Facebook del Resto del Carlino concernente i gravissimi fatti di Rimini, abbiamo verificato e confermiamo che si tratta del profilo Facebook di un nostro dipendente. Ribadiamo la nostra ferma condanna delle affermazioni contenute in questo post, in quanto profondamente contrarie ai principi che sono alla base del nostro pensiero e del nostro modo di lavorare. Stiamo prendendo tutti i provvedimenti necessari e confidiamo di potervi aggiornare in merito al più presto”.