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Stupri a Miramare. Indagini ad una svolta?

Tre giovani con bermuda, due un cappellino in testa, il terzo indossa una felpa con il cappuccio alzato. Sono loro, secondo gli inquirenti, tre dei quattro autori degli stupri compiuti una settimana fa a Miramare.

Le indagini per arrestare i violentatori di Rimini sono a una svolta dopo la certezza che le loro immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza sono state riconosciute da alcune vittime. Uno dei fotogrammi è del 26 agosto, quasi alle 4 di notte (3.57 per la precisione).

Non solo la transessuale peruviana, che si è detta certa del riconoscimento, ma anche la coppia polacca, seppur con dei distinguo – la ragazza, 26 anni, è ancora sotto choc, mentre il giovane ne avrebbe indicato in particolare un paio.

Mancherebbe all’appello il quarto uomo, quello di pelle scura che indossava una canottiera la notte delle aggressioni. Secondo le testimonianze delle vittime lui sarebbe il leader del branco, il più violento. In una registrazione video acquisita dalle telecamere del comune lungo la Statale, si vede il ragazzo con la canottiera trascinare a terra la trans.

Gli inquirenti stanno mostrando le immagini anche ai personaggi che affollano la vita notturna riminese, pusher, buttafuori dei locali, migranti e esercizi che vendono kebab.

La polizia scientifica è tornata sul luogo della seconda aggressione (quella alla trans), a caccia di nuove prove. Gli inquirenti hanno trovato un frammento della bottiglia con cui il branco avrebbe minacciato la transessuale peruviana e ora si dovrà stabilire se ci siano impronte digitali che possano aiutare a identificare i responsabili dei due stupri. Finora, a quanto si è appreso, è emerso che il branco è composto da quattro persone tra i 20 e i 30 anni, quasi certamente di origine maghrebina.

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