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Stefano Gregoretti, l’Ultrarunner di Riccione: “Vado al massimo e non voglio fermarmi”

Spingersi oltre i propri limiti, sfidare se stessi, È sempre stato questo l’obiettivo primario del riccionese Stefano Gregoretti. 44 anni, agronomo di professione ma ‘Ultrarunner avventuriero’ per passione, Stefano ha cominciato a spingere sull’acceleratore fin da piccolo, praticando pallanuoto e sport in alta montagna. Nel 2006, si avvicina alle competizioni agonistiche con il Thriathlon. Questo ‘Iron Man’ di Riccione ha percorso una quantità industriale di chilometri in giro per il mondo: Europa, Stati Uniti e Asia, piazzandosi sul gradino più alto del podio in diverse gare. Inoltre, è stato nel deserto del Gobi, in Nepal, in mezzo ai Canyon americani. Una vita vissuta al massimo e che non sembra voler ancora rallentare.

Stefano, perché hai iniziato a correre in questi luoghi così estremi?

«L’aggettivo ‘estremo’ credo sia soggettivo. Per me l’Artico è un po’ ‘casa’. Anche correre a 50 gradi è solo frutto di conoscenza, adattamento, rispetto per la natura, il proprio corpo, e di tanti accorgimenti. Comunque ho iniziato perché fin da bambino avevo fame di esplorazione, di viaggio, di terre selvagge e non antropizzate; crescendo ho fatto gli incontri giusti, nel momento giusto».

Quante ore di allenamento pratichi alla settimana?

« Salvo imprevisti, mi alleno tutti i giorni. Per quante ore la settimana, dipende dal periodo. Comunque due allenamenti al giorno, nelle settimane di carico, li faccio tranquillamente».

Quanti chilometri hai percorso fino ad ora?

«Non ne ho la più pallida idea. Posso dirti l’ultimo percorso più lungo: la traversata del Namib Desert, ovvero 1900 km in 30 giorni».

Cosa si prova ad attraversare di corsa la realtà che ti circonda?

«Un magnifico senso di libertà, fisica, mentale e di energia. Non si può descrivere a parole».

In questi anni quanti luoghi ha visitato in questo modo?

«Parecchi! Due mani per contarli non bastano».

Qual è stata la sfida più difficile e complicata, quella più estrema che ti sei è trovato a vivere?

«Senza dubbio tutte le spedizioni artiche. Quelle mi hanno cambiato la vita e forse un po’ anche il modo di pensare e credo in meglio».

Hai in programma un’altra avventura da vivere correndo?

«Certo che sì! Lo scoprirete molto presto…».

Nicola Luccarelli

(foto di Jon Golden)

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