Bruxelles sta aspettando con molto interesse, in costante contatto con le autorità italiane, la versione definitiva della nuova normativa sul demanio marittimo che riformerà il sistema delle concessioni balneari, e considera già positivamente diversi elementi del disegno di legge presentato la settimana scorsa dal governo.
Lo ha affermato a Bruxelles, la portavoce della Commissione europea per il Mercato interno, Sonya Gospodinova. “La Commissione segue da vicino gli ultimi sviluppi legislativi in Italia sulla riforma dell’attuale sistema delle concessioni balneari, oggetto di una procedura comunitaria d’infrazione pendente”, ha detto Gospodinova, rispondendo a un giornalista a margine del briefing per la stampa di mezzogiorno della Commissione. “Sulla base delle informazioni finora disponibili riguardo al disegno di legge approvato dal Governo italiano il 15 febbraio scorso, vediamo alcuni segnali incoraggianti che vanno nella giusta direzione; ad esempio – ha sottolineato la portavoce -, il fatto che le concessioni saranno aggiudicate tramite gare a partire dal 2024, che vengono proposte delle tariffe eque, che si prevedono investimenti per la salvaguardia dell’ambiente costiero e marino e per la qualità del servizio per tutti”. “Tuttavia – ha avvertito la portavoce -, dovremo analizzare il contenuto preciso del disegno di legge. Siamo in contatto con le autorità competenti in attesa del testo legislativo finale che sarà adottato, e del calendario previsto per la riforma” del comparto. “Ci riserviamo ulteriori osservazioni in attesa dei necessari chiarimenti al riguardo”.
A quanto si apprende, a Bruxelles non piace l’idea che, nonostante la messa a gara, la riforma possa garantire delle condizioni di vantaggio ai concessionari esistenti (gli operatori “incumbent”, secondo la terminologia comunitaria). Un punto che, oltretutto, rischia di diventare ancora più indigesto per la Commissione con gli emendamenti che il Parlamento italiano potrebbe approvare durante l’iter di conversione in legge.
“La normativa Ue – ha rilevato ancora Gospodinova – richiede che le norme nazionali garantiscano la parità di trattamento dei fornitori di servizi, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale e proteggano dal rischio di monopolizzazione delle risorse pubbliche”, un obiettivo che va “a beneficio dei consumatori e delle imprese”.
(askanews)