“Siamo in condizione oggi di disegnare con cautela e giudizio un percorso positivo che dia un segnale di ripresa al Paese, un percorso di natura graduale che si avvierà già il 26 aprile e che vedrà ancora una volta come elemento prioritario la tutela e la salvaguardia della scuola“. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo oggi alla conferenza stampa indetta dal premier Mario Draghi, dopo la cabina di regia a Palazzo Chigi sul tema delle riaperture, con l’obiettivo di illustrare la ‘road map’ sulla graduale uscita dalle restrizioni che affronterà l’Italia a partire dal 26 aprile.
“Già in un appuntamento precedente – ha ricordato Speranza – il governo, che allora aveva un piccolo tesoretto, decise di investirlo sulla scuola. E anche in questa occasione il primo luogo dove decidiamo di investire è la scuola. C’è ‘idea che, da qui alla fine delle lezioni, si possa in tutte le aree gialle e in tutte le aree arancioni tornare nelle scuole di ogni ordine e grado in presenza. Noi riteniamo che questo sia un fatto molto importante, perchè tutto il governo ritiene la scuola un architrave fondamentale della nostra società”.
Si fa inoltre strada l’ipotesi di anticipare gli scrutini scolastici al primo giugno. Starebbe infatti per essere consegnata al Consiglio superiore della Pubblica istruzione una bozza di ordinanza ministeriale con la possibilità di anticipare di una settimana gli scrutini.
La maggiore flessibilità è stata chiesta dalle scuole stesse, per non appesantirsi di ulteriori incombenze amministrative in vista degli esami di Stato e preparare il terreno ai cosiddetti recuperi estivi. Il provvedimento arriverà con un’ordinanza e del resto l’anticipo degli scrutini prima del termine delle lezioni è previsto dal decreto Rilancio, dove viene data la possibilità di concluderli entro il termine delle lezioni “al fine di consentire l’avvio e lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, in deroga quindi alla norma che prevede che gli scrutini debbano necessariamente essere svolti dopo la conclusione delle lezioni.