Sono in corso indagini nel Cesenate per un possibile agguato a colpi d’arma da fuoco, avvenuto ieri sera intorno alle 20.40 nel comune di Borghi. Il bersaglio dell’aggressione è un pregiudicato che vive nella zona, molto noto alle cronache riminesi. Si tratta di Pio Rosario De Sisto, detto “Zio Pio”, che stava rientrando nella sua abitazione.
Secondo quanto riferito dall’agenzia ANSA, sono stati sentiti tre spari e sono intervenuti il 118 e i carabinieri, avvisati dai vicini. L’uomo è stato portato all’ospedale Bufalini, a quanto pare con una frattura a una gamba dovuta a una caduta per evitare di essere colpito.
I colpi contro “Zio Pio” sarebbero stati sparati da breve distanza e uno gli avrebbe sfiorato l’addome. L’agguato è avvenuto a Gorolo, frazione del comune di Borghi nella provincia di Forlì-Cesena, al confine con quella di Rimini. L’uomo, impenditore di 62 anni ex gestore di ristoranti e negozi, vanta vari precedenti giudiziari.
Nel 2016 era stato arrestato insieme ad altre 5 persone, con l’accusa di esserne il capobanda. Per quei fatti, il processo è ancora in corso n davanti al Tribunale di Rimini con le accuse di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, esercizio abusivo del credito, bancarotta fraudolenta e intestazione fittizia di beni a nome altrui, nonché trasferimento fraudolento di valori, truffa e riciclaggio.
Si era arrivati agli arresti con l’operazione denominata “Idra”, a sua volta derivata dall’inchiesta “Mirror” del 2013 su rapporti di affari fra residenti in Romagna ed esponenti di clan camorristici di Napoli. Erano state scoperte quattro società che secondo gli inquirenti servivano riciclare denaro sporco, pertanto sequestrate insisme ai beni degli arrestati.
In questo quadro, “Zio Pio” avrebbe avuto un ruolo di spicco, anche come organizzatore di summit in rivieara con la malavita romana e quella napoletana collegata al clan Nuvoletta. Si sarebbe inoltre dedicato al prestito illegale, con relativa attività di “recupero crediti”.
Nel 2019, altra operazione dei carabinieri sulle infiltrazioni camorristiche in riviera, questa volta battezzata “Hammer”. L’arresto di 10 persone, tutte condannate l’anno successivo in primo grado, in quell’occasione scongiurò una guerra fra i clan. L’inchiesta era partita proprio da “Zio Pio”, che nell’ottobre 2018 era arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Infermi di Rimini con una mano maciullata a colpi di martello. De Sisto aveva dichiarato di essere stato aggredito da dei nordafricani,
Gli inquirenti avevano invece spiegato l’aggressione come un avvertimento giunto da elementi del clan napoletano Contini che, resisi autonomi nelle riviera romagnola, cercavano di rovesciare i vecchi equilibri. Di qui alcuni violenti pestaggi di affiliati a bande rivali, in una spirale di vendette che stava per innescare spedizioni da Napoli per “sistemare le cose” a Rimini, con gruppi di fuoco pronti ad agire.