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Sospetto rischio cancro, farmaco per la pressione ritirato, Mignani: “A Rimini l’unico problema è internet”

Si chiama Valsartan ed è un principio attivo presente in farmaci largamente utilizzati da chi ha problemi di pressione. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) da giovedì 5 luglio scorso ha disposto il ritiro immediato di 748 lotti di farmaci prodotti da 15 diverse aziende farmaceutiche contenenti il Valsartan. L’allarme è stato lanciato a livello europeo dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Nei lotti incriminati è stata trovata un’impurità, classificata come «potenzialmente cancerogena». L’origine del problema è stata individuata nello stabilimento della Zhejiang Huahai Pharmaceuticals, nel sito di Chuannan in Cina.

Il principio attivo cinese è stato poi utilizzato da diverse aziende farmaceutiche, quelle per le quali è scattato il provvedimento di sospensione. Si tratta di medicinali – in commercio con diversi nomi, posologia e numero di compresse per scatola: Valsodiur (Ibn Savio), Validroc e Pressloval (So.Se. Pharm), Valbacomp (Crinos), Valsartan Doc e Cantensio (Doc Generici), Valsartan Almus (Almus), Valsartan (Zentiva), Valsartan e Hct (Eurogenerici), Valsartan e Idroclortiazide (Ranbaxy Italia, Teva, Doc Generici e Sandoz), Valsartan Hctz (Tecnigen). I farmaci sono utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e dell’insufficienza cardiaca e nei pazienti che hanno subito un infarto, quindi anche da parecchi diabetici e da moltissimi anziani.

Non è la prima volta che si verificano questi problemi. Ma oggi c’è internet e ci sono i social. Quindi è accaduto, anche a Rimini, che la notizia iniziasse a circolare istantaneamente, a volte prima ancora che la comunicazione ufficiale giungesse alle farmacie. Avvisi più o meno allarmistici sulle chat e sulle messaggerie, insinuazioni di complotti e censure, e perfino plausi a Donald Trump, cui qualcuno voleva attribuire il merito dello stop al prodotto cinese.

In realtà, non solo il presidente degli Usa non c’entra ovviamente nulla, essendo state le autorità europee a far ritirare i lotti, ma non c’è nemmeno alcun motivo di farsi prendere dal panico. Come conferma Giulio Mignani, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Rimini.

“No, niente panico – dichiara Mignani – al contrario questa è un’ulteriore conferma che il sistema di tracciabilità funziona. Dal 2004 è possibile rintracciare ogni singolo lotto di farmaci e anche dei preparati che noi farmacisti utilizziamo nelle preparazioni”.

Giulio Mignani

Ma chi ha assunto questo farmaco fino a oggi, quanto deve preoccuparsi? E ora cosa deve fare? “Il problema è stato riscontrato  – spiega Mignani – su di un numero ben preciso di lotti e solo quelli sono a rischio. Inoltre, si tratta di un ritiro a scopo precauzionale: la sostanza trovata è la N-nitrosodimetilamina (NDMA), classificata come probabilmente cancerogena. Ora l’Aifa sta aggiornando costantemente l’elenco dei farmaci da ritirare. Siamo dunque nel campo delle probabilità e, appunto, della doverosa precauzione. Cosa devono fare i pazienti? Innanzi tutto non interrompere il trattamento, ma recarsi dal proprio medico per farsi prescrivere un prodotto alternativo, e ne esistono tanti. E’ sufficiente, per esempio, che non appartenga ai lotti ritirati, non è necessario cambiare del tutto farmaco. Oppure si può venire direttamente dal farmacista, che è perfettamente informato e saprà immediatamente riconoscere se il medicinale che si sta prendendo faccia parte o no di quei lotti. Se sì, dietro prescrizione medica immediatamente ritirato e sostituito con uno sicuro. In certi casi, se qualcuno per qualche motivo non può farsi fare subito la ricetta dal proprio medico, il farmacista può egualmente effettuare la sostituzione, anche se a pagamento e richiedendo una firma di assunzione di responsabilità”.

A proposito del pagamento, qualcuno si è lamentato perché al momento della sostituzione è stata richiesta una differenza. E’ vero? “Sì – risponde il presidente dei farmacisti – perché in quel caso è stato consegnato un farmaco originale al posto di un generico. Però attenzione. Innanzi tutto parliamo di un farmaco che costa al pubblico 5,60 euro per un dosaggio di 80 mg, dunque cifre davvero esigue. E poi non è neppure vero che tutti i generici sono stati trovati contaminati e tutti gli originali no. Quindi è una notizia falsa quella che è circolata, è cioè che la sostituzione debba essere fatta obbligatoriamente con farmaci originali“.

E le pattuglie di Carabinieri dei Nas che starebbero girando per tutte le farmacie e busserebbero perfino alle porte dei pazienti? Tutte frottole, i Nas in questa operazione non c’entrano nulla e meno che meno andrebbero di casa in casa”.

Quindi nessun problema? “L’unico problema oggi è internet e la velocità, ma soprattutto il modo, con cui le notizie si diffondono. Del resto ci era già arrivato Mark Twain 150 anni prima che inventassero la Rete”. E cioè? “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe”.

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