E’ in corso in queste ore alla presenza del gup Giulia Proto del Tribunale di Lecce l’udienza di convalida del fermo di Salvatore Carfora il 39enne di Torre Annunziata che ha confessato di aver assassinato Sonia Di Maggio, 29enne riminese, uccisa con 22 coltellate la sera di lunedì a Minervino in Salento sotto gli occhi del suo fidanzato Francesco Damiano.
Il femminicida è rinchiuso in isolamento nella casa circondariale della frazione di Borgo San Nicola a Lecce, dove si è tenuta l’udienza di convalida. Carfora è stato isolato dagli altri detenuti. Lo scorso lunedì verso sera aveva teso un agguato alla coppia. Stando a quanto emerso avrebbe puntato anche il giovane che accompagnava la vittima che avrebbe fatto scudo con il suo corpo, prima di essere raggiunta alla nuca e al volto dai fendenti inferti dal killer.
Carfora, accusato di omicidio aggravato dalla premiditazione e dallo stalking per aver minacciato entrambi i giovani negli ultimi tempi, non avrebbe accettato la fine della relazione con la giovane riminese compiendo un omicidio tanto crudele quanto brutale.
Lo stesso 39enne, dimesso dall’ospedale psichiatrico di Aversa la scorsa estata, vantava già precedenti penali per lesioni.
Intanto ieri pomeriggio si sono svolti in forma privata i funerali di Sonia Di Maggio. La cerimonia è stata officiata a Lecce e la salma è stata cremata, stando a quanto si apprende in accordo con la volontà della stessa ragazza e della madre, che subito dopo l’assassinio della figlia era partita da Rimini alla volta del Salento dove è poi stata raggiunta dall’ex marito e padre della vittima.
La prossima settimana le ceneri di Sonia Di Maggio torneranno a Rimini. Qui ad attenderle ci sono gli amici di una vita impegnati nell’organizzazione di una manifestazione – probabilmente una fiaccolata – per ricordarla. “Sarà un momento per ricordare tutte le vittime di femminicidio e violenza sulle donne”, ha anticipato qualcuno di loro.
Intanto nel pomeriggio di oggi è stato ritrovato nelle campagne di Minervino di Lecce il coltello che sarebbe stato usato per l’omicidio di Sonia Di Maggio, la 29enne di origini riminesi assassinata lunedì scorso a Specchia Gallone, frazione del paese salentino. Per il suo omicidio è stato arrestato l’ex fidanzato, Salvatore Carfora, 39enne di origini campane.
Il coltello a serramanico da sub, di 20 centimetri con lama da otto centimetri, era sotto un cumulo di pietre a circa duecento metri dal luogo dell’omicidio che si trova vicino alla scuola elementare della frazione. Gli indumenti (giubbotto, felpa, pantaloni e calze) erano invece dietro un muretto a secco sotto delle pietre alle spalle del cimitero di Minervino dove il 39enne avrebbe trascorso la notte dopo l’accoltellamento mortale. Gli agenti della polizia scientifica hanno refertato le numerose tracce ematiche ritrovate sia sugli indumenti sia sull’arma del delitto.