Andrea Gnassi osserva le due ultime classifiche sulla qualità della vita nella Provincia di cui è presidente e prende carta e penna per un commento approfondito:
“Tutto…in un giorno. Senza quest’anno neanche dovere aspettare le canoniche due settimane di distanza per procedere a commenti senz’altro motivati ma diametralmente opposti. La coincidente pubblicazione delle tradizionali due classifiche sulla qualità della vita delle province italiane mette bene in evidenza la componente ‘effimera’ del’iniziativa. Basata sì su analisi, ricerche, riflessioni e soprattutto una gran quantità di numeri ma poi, nella sostanza, sintetizzata in graduatorie agli antipodi. A dimostrazione che la ricerca del fattore ‘qualità della vita’ di un territorio non è così facile né afferrabile attraverso un mero logaritmo. Il Sole 24 Ore certifica per la provincia di Rimini un positivo salto in avanti di 6 posizioni, mettendola tra le top 30. Italia Oggi la fa scendere di 14 posti, fissandola in una posizione poco più che mediana rispetto al complesso delle province italiane. Visto che, in discreta parte, i dati utilizzati sono gli stessi dove posiamo lo sguardo? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ogni anno il dibattito oscilla, con l’oscillare di queste ricerche, vere e proprie montagne russe della statistica sociale; ma andrebbe definitivamente inteso che il senso di questi lavori non è la classifica in sé (davvero un aspetto troppo facile ma alla prova dei fatti poco più che ‘ludico’) ma semmai la focalizzazione su alcuni elementi che forse indicano una fotografia più reale dello ‘stato dell’arte’ di un territorio provinciale peraltro anomalo come il nostro.
“Ne cito rapidamente tre, per comodità: il dato sulle start up, quello sul consumo del suolo e la migrazione ospedaliera. I primi due andrebbero messi a specchio: da una parte abbiamo la provincia di Rimini tra gli ultimi posti per utilizzo edificatorio del territorio a causa di una situazione storica e cronica; dall’altro l’entrata nella top ten italiana di imprenditori – soprattutto giovani – che puntano su nuove tecnologie, recupero di artigianato, reti e connessioni imprenditoriali moderne e al passo con la concorrenza mondiale. Se incrociamo quest’ultimo indicatore con il calo della disoccupazione giovanile, avremo ben chiaro il quadro di prospettiva: la provincia di Rimini può e deve uscire da un modello invasivo, in buona parte orientato sul consumo di nuovo territorio e la rendita, e lo può fare perché l’alternativa è già qui, concreta e non aleatoria, fatta di imprese sostenibili, che investono in cultura, ambiente, tecnologia, servizi avanzati. Ripeto, l’alternativa c’è e quindi nessuno ha l’alibi per dire: se non tiriamo su nuovi mattoni, l’economia precipita. Questo sostiene l’orientamento di mandato dell’amministrazione comunale di Rimini che se da una parte ha dato un deciso stop al cemento, consentendo comunque con i nuovi strumenti urbanistici la riqualificazione e l’adeguamento del già costruito, dall’altro ha investito risorse consistenti sul recupero di contenitori culturali e la rigenerazione ambientale che saranno volano di un deciso innalzamento della qualità e di un conseguente incremento di attrattività nel settore turistico. Sull’emigrazione ospedaliera, si conferma quel trend positivo che, in dieci anni, ha visto la sanità riminese progressivamente recuperare sul problema dell’esodo dei pazienti altrove, e questo è avvenuto grazie a molti investimenti, alla professionalità del personale medico e sanitario e anche alle politiche di area vasta che proseguiranno nei prossimi anni in questa direzione. E’ un aspetto questo che troppo spesso passa in secondo piano ma che senz’altro ha contribuito a migliorare in un decennio la qualità della vita dei riminesi”.
quelli di Italia Oggi:”Sul resto è già stato detto tutto, anche di recente, vedi ad esempio il tema della sicurezza in relazione alla correzione statistica derivata dal turismo e all’attrattività di territori più ricchi e con grande afflusso di persone. Non è il caso di aggiungere altro a una discussione che si fa ogni anno su classifiche che, quest’anno e per la prima volta, mostrandosi assieme, mettono bene in evidenza le loro potenzialità e i loro limiti”.
Gnassi allega anche i dati delle classifiche del Sole 24 Ore usciti praticamente in contemporanea con quelli di Italia Oggi:
SCHEDA SOLE 24 ORE QUALITA’ DELLA VITA 2017
Provincia di Rimini
37° posto anno 2003
36° posto anno 2004
14° posto anno 2005
11° posto anno 2006
17° posto anno 2007
39° posto anno 2008
10° posto anno 2009
17° posto anno 2010
11° posto anno 2011
4° posto anno 2012
27° posto anno 2013
32° posto anno 2014
23° posto anno 2015
33° posto anno 2016
27° posto anno 2017
CLASSIFICA FINALE:
27° posto Sole 24 Ore 2017 (+ 6 posizioni rispetto al 2016).
Ricchezza e Consumi (lo scorso anno Reddito, Risparmi, Consumi)
63° posto Sole 24 Ore 2016
74° posto Sole 24 Ore 2017
Lavoro e Innovazione (lo scorso anno Affari, Lavoro e Innovazione)
28° posto Sole 24 Ore 2016
15° posto Sole 24 Ore 2017
Ambiente e Servizi (lo scorso anno Servizi, Ambiente e Welfare)
38° posto Sole 24 Ore 2016
46° posto Sole 24 Ore 2017
Demografia e Società (lo scorso anno Demografia, Famiglia, Integrazione)
39° posto Sole 24 Ore 2016
11° posto Sole 24 Ore 2017
Giustizia e Sicurezza (lo scorso anno Giustizia, Sicurezza, Reati)
100° posto Sole 24 Ore 2013
101° posto Sole 24 Ore
109° posto Sole 24 Ore 2015
98° posto Sole 24 Ore 2016
101° posto Sole 24 Ore 2017
Cultura e Tempo libero (lo scorso anno Cultura, Tempo Libero, Partecipazione)
6° posto Sole 24 Ore 2016
7° posto Sole 24 Ore 2017
1. INDICATORE RICCHEZZA E CONSUMI
Pil pro capite 37 ° (32° nel 2016); Depositi pro capite 17° (18° nel 2016); Importo medio pensione/euro 58° (60° nel 2016); Patrimonio residenziale pro capite 11°; Canoni casa/mese semicentro 98° (98° nel 2016); Spese per beni durevoli per famiglia 56° (55° nel 2016); Protesti pro capite 76° (109° nel 2016); E commerce 86°
2. INDICATORE LAVORO E INNOVAZIONE
Imprese registrate/100 abitanti 11° (9° nel 2016); Rapporto impieghi/depositi 31° (25° nel 2016); Tasso disoccupazione 15-29 anni 21° (42° nel 2016); Quota esportazioni su PIL 54° (57° nel 2016); Tasso di occupazione totale 55° (45° nel 2016); Start up innovative x 1000 imprese 8° (10° NEL 2016); Gap retributivo di genere 89°
3. INDICATORE AMBIENTE E SERVIZI, WELFARE
Sportelli + POS attivi + ATM attivi 24°; Indice Legambiente Ecosistema Urbano 29° (34° nel 2016); Spesa in farmaci 39°; Tasso di emigrazione ospedaliera 25° (34° nel 2016); Spese sociali pro capite dei Comuni 87° (81° nel 2016); Popolazione coperta da banda larga 36° (48° nel 2016); Consumo suolo 96°.
4. INDICATORE DEMOGRAFIA E SOCIETA’
Numero abitanti per Kmq 98° (nel 2016 98°); Saldo migratorio interno x mille residenti 2° (10° nel 2016); Separazioni ogni 10 mila famiglie 76° (nel 2015 50°); Tasso di natalità x 1000 abitanti 48° (24° nel 2016); Laureati per mille giovani 25/30 anni 39° (31° nel 2016); Indice di vecchiaia 36° (nel 2016 36°); Acquisizione cittadinanza x 100 stranieri 18° (nel 2016 57°); Numero medio anni di studio 18°
5. INDICATORE GIUSTIZIA E SICUREZZA
Scippi e borseggi/100 mila abitanti 110° (nel 2016 110°); Furti in casa 97° (97° nel 2016); Rapine per 100 mila abitanti 106° (nel 2016 106°); Percentuale liti oltre i 3 anni su totale pendenti 26°; Truffe e frodi informatiche 83° (104° nel 2016); Cause over 3 anni su totale pendenti 21°; Indice di litigiosità 64°
6. INDICATORE CULTURA E TEMPO LIBERO
Librerie ogni 100 mila abitanti 2° (nel 2012 2°); Cinema ogni 100 mila abitanti 29° (66° nel 2016); Ristoranti/Bar ogni 100 mila abitanti 6° (nel 2016 6°); Numero di spettacoli ogni 100 mila abitanti 2°; Spesa totale turisti stranieri 12° (19° nel 2016); Indice di sportività 17° (26° nel 2016); onlus iscritte all’anagrafe 103°.