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SLANG – USB Rimini: “Bagnini piangono miseria sulle cifre del loro stesso report”

SLANG – USB Rimini – Mai più sfruttamento stagionale, registra che “la lobby dei balneari ha ottenuto l’ennesima proroga, fino al 2024, rispetto all’applicazione di una legge nazionale che dia seguito alla direttiva europea Bolkestein” per la messa a gara delle concessioni demaniali “attraverso una cinica decisione politica” con il  decreto Milleproroghe dove “come ha pure rilevato il presidente Mattarella in sede di approvazione, le norme sono in contrasto con la direttiva europea e le recenti sentenze giurisdizionali nazionali”.

“La lobby dei balneari è in subbuglio, pena la revoca dei privilegi acquisiti, e di una gestione che sappiamo essere impattante sul piano della qualità del lavoro (leggasi sfruttamento) della tenuta ambientale (leggasi erosione delle coste e perdita della biodiversità)”, punto il dito sindacato.

Che poi osserva: “In questo quadro s’inserisce il report di Nomisma, tutt’altro che disinteressato visto che il suo finanziamento è ad opera delle associazioni di categoria FIPE e del Sindacato (sic!) Italiano Balneari.
Il quadro che emerge è quello di un fatturato medio di 260mila euro l’anno per le imprese di settore, i cui dati emergono da un’indagine diretta effettuata dalla società di consulenza nel periodo marzo-giugno 2022 su un campione di 500 imprese balneari su suolo nazionale. In mancanza di ulteriore chiarezza e di note metodologiche nelle slides pubbliche, si presume che la survey si sia basata su dichiarazioni fornite dagli stessi imprenditori (oste il vino è buono?) in merito evidentemente agli anni precedenti, 2019-2021. Vale ricordare che gli ultimi anni sono stati segnati da un calo del fatturato denunciato dagli stessi imprenditori balneari a causa della pandemia. A questi elementi, che vanno a minare a monte l’obiettività di tale inchiesta campionaria, ricordiamo pure la forte evasione fiscale presente nel settore economico in esame, di cui dubitiamo i soggetti intervistati si siano fatti testimoni veritieri. Ci permettiamo quindi di dubitare, a valle, di tali cifre emerse dalla ricerca, sicuramente sottostimate rispetto ai reali guadagni della categoria”.

“Non ci stupiamo che a livello locale le reazioni degli imprenditori balneari siano scomposte e si pianga miseria, già leggiamo le prime stracciate vesti e capelli cosparsi di cenere come reazione alla loro autofinanziata ricerca campionaria. Conosciamo la categoria contro cui ci siamo sempre battuti, conosciamo i dati degli enti ispettivi statali in merito alle irregolarità lavorative presenti in queste aziende, conosciamo il tasso di evasione fiscale e la gara all’elusione fiscale competitiva che permea queste imprese da decenni, conosciamo ormai a memoria la petulante ninna nanna del “non riusciamo a coprire le spese”, conosciamo la liturgica litania del “non troviamo lavoratori per colpa del reddito di cittadinanza”, e ci chiediamo a quale giustificazione si aggrapperanno ora che il RDC è stato smantellato dall’attuale governo”.

“Noi ricordiamo che è possibile e doveroso immaginare una gestione delle spiagge che vada oltre la concessione e il privato. Il ruolo del pubblico e della tutela dei beni comuni non può che passare attraverso una ri-pubblicizzazione delle spiagge, in cui al centro sia tenuta la tutela del lavoro e dell’ambiente, diritti costituzionali sempre più spesso dimenticati”, conclude SLANG – USB Rimini – Mai più sfruttamento stagionale

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