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Sinistra Italiana e PenSa-Una Mano di Santarcangelo contro l’aumento delle spese militari

“Il governo italiano discute ormai da settimane di aumentare la spesa militare del nostro paese, per portarla al 2% del PIL.
Un incremento di 13 miliardi di euro all’anno.
Un grave errore, per nulla giustificato dalla folle aggressione di Putin all’Ucraina.
Durante gli anni della crisi economica e del Covid ci dicevano che le risorse pubbliche per l’assistenza e per la qualità della vita dei cittadini non c’erano.
Come è possibile sprecare oggi 13 miliardi all’anno in più?

E pure, non è vero che si spende poco in armamenti.
 L’Unione Europea ogni anno spende 233 miliardi di euro in armi, 3.5 volte di più della Russia di Putin e quasi quanto la Cina che spende 255 miliardi mentre tutta l’Alleanza Atlantica spende 1.100 miliardi di euro.

Per questo vi chiediamo una firma.
Contro l’inutile aumento delle spese militari.
Contro la logica delle armi e della guerra.
Una firma perché i 13 miliardi all’anno vengano impiegati per esigenze reali e concrete dei cittadini italiani: più medici, più infermieri, più insegnanti. 
Aumento delle pensioni minime, istruzione gratuita dalla culla all’università.
 
Per firmare basta andare su https://noaumentoarmi.sinistraitaliana.si
 
A Rimini per tutto il mese di Aprile saremo presenti il mercoledì e il sabato in Piazza Tre Martiri dalle 10 alle 13, per incontrare cittadine e cittadini e discutere di questo e di altro.”

Anche la lista civica PenSa-Una Mano per Santarcangelo, organizza una manifestazione in piazza contro le spese militari.

Stop all’aumento delle spese militari. Per affermare pubblicamente e con forza questa richiesta, chiamiamo a raccolta associazioni e cittadini che sabato 9 aprile vorranno unirsi a noi nella manifestazione di piazza “Not in my name!”, a partire dalle ore 16 in piazza Ganganelli.

Abbiamo deciso di recuperare lo slogan pacifista “Not my in name” per affermare la nostra contrarietà all’aumento delle spese militari italiane, che un ordine del giorno approvato alla Camera vorrebbe portare al 2% del PIL.

Da anni la Nato chiede a tutti i Paesi membri di innalzare la propria spesa militare fino a questa percentuale, ma finora il Parlamento italiano non aveva mai ratificato formalmente questa misura.

Si sta utilizzando la circostanza del conflitto in Ucraina per modificare in modo strutturale la spesa pubblica in direzione di una crescente militarizzazione della società, mentre le priorità del Governo dovrebbero essere altre.

Sanità, scuola, sociale, lavoro. L’ambiente e la transizione ecologica, la cultura e tutti gli ambiti di crescita umana sono prioritari rispetto a qualsiasi spesa militare. Spesa che con l’incremento al vaglio del Parlamento crescerebbe da 25 a 38 miliardi di euro l’anno, fino alla cifra record di 104 milioni al giorno.

La manifestazione di sabato 9 aprile sarà un’occasione per ritrovarci in piazza, ascoltare interventi, musica e letture, condividere la richiesta al Governo del nostro Paese di non procedere oltre con una scelta davvero inaccettabile.

Non è necessario iscriversi o prenotare: sarà sufficiente essere con noi dalle ore 16 in piazza Ganganelli per affermare insieme il nostro NO all’aumento della spesa militare e ribadire con tutta la nostra voce: NOT IN MY NAME!

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