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Signori, è Natale

Roma. L’austero Palazzo del Senato nasconde al suo interno una piccola antica chiesa. Ebbene, un paio di giorni or sono, al monaco che accudisce il luogo sacro, parve di sentire un canto sommesso diffondersi nella angusta navata. Si affacciò dalla porta della sagrestia e vide un signore dall’aspetto distinto e non ignoto, inginocchiato davanti all’altare, intento ad uno dei più antichi canti gregoriani. Così diceva:

“Veni creator spiritus
Mentes tuorum visita…”

Il monaco si avvicinò silenzioso per non turbare il raccoglimento dell’uomo che aveva nel frattempo riconosciuto come il senatore Luigi Zanda, capogruppo del Partito Democratico. Ascoltò in silenzio il mesto canto, infine si rivolse al senatore:

«Figliolo, cosa ti spinge a questo canto solitario?».

«Padre, il mio cuore soffre. Invoco l’aiuto dello Spirito Santo perché fra breve in aula si voterà lo “Ius soli”, una votazione delicatissima ed ho mezzo gruppo parlamentare che non intende partecipare al voto».

«Non credo sia la prima volta che lei gestisca una votazione difficile?».

«Certo, Padre, ma oggi c’è qualcosa di più. Circa un milione di bambini nati in Italia aspettano i loro diritti. La Chiesa intera, il mondo laico progressista, le forze che hanno fatto nascere il PD sono schierate a favore, eppure mezzo gruppo parlamentare ha voglia di non votare».

«Perché questo rifiuto?».

«Dicono che lo Ius soli ci farà perdere le elezioni».

«Sono costernato – disse il monaco grattandosi l’incipiente calvizie – Dunque essi rinunciano ad un principio per il timore di perdere le elezioni. Temo che sia il miglior modo per perderle…».

«Forse il problema è che oltre le elezioni perderebbero anche il seggio”, mormorò sconsolato il buon Zanda».

«Senatore, ha provato a raccontar loro la storia del bambinello, anche lui era un profugo…».

«Mi creda Padre, se gli dico che Gesù era un profugo, quelli non solo disertano le funzioni natalizie per timore di essere visti dagli elettori, ma scommetto che diventano anche atei. La mia ultima speranza è riposta nello Spirito Santo».

Così dicendo s’inginocchiò di nuovo al centro della chiesa e riprese il suo canto, questa volta con voce più sostenuta:

Veni creator spiritus
Mentes tuorum visita
Imple superna gratia….

All’improvviso un piccione, entrato chissà come, volò radente verso l’altare, vi si posò, guardò fisso il senatore con gli occhietti rossastri e con aria di sfida.

Zanda capì, s’inchinò ed uscì dalla chiesetta, in preda a cupi pensieri, per recarsi al voto sullo Ius soli.

Entrato nell’austera aula del Senato, fu subito colpito dai molti vuoti in tutto l’emiciclo. Contò anche 29 seggi vuoti dalla sua parte.

Rudens

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