“I test sierologici da soli non sono un elemento per porre la diagnosi e neppure un elemento di totale certezza per quanto riguarda la malattia. Lo dice con ragionevolezza il ministero. I test dicono se c’è stato un contatto con il virus in una situazione che riguarda i 15 giorni precedenti al test. Quindi se qualcuno vi propone di effettuarli siate informati che vanno fatti ogni 20 giorni” . Lo ha spiegato il commissario ad acta Sergio Venturi durante la consueta diretta Facebook del pomeriggio commentando i sequestri dei Carabinieri Nas a Piacenza e a Santarcangelo di Romagna. In particolare per quel che riguarda i sequestri di Piacenza “l’ordinanza dei Nas fa riferimento a quanto il ministero ha spiegato sui siero test ovvero che non sono elemento di diagnosi“.
Per la cronaca il test sierologico può rivelare l’avvenuto contatto con il virus e la relativa immunità con esito positivo. Il tampone serve per scongiurare la contagiosità mentre il test va ripetuto periodicamente perchè non si conosce al momento la durata dell’immunità.
“Nel nostro personale sanitario i test sierologici sono positivi in circa il 4 %. Ci sono datori di lavoro che hanno fatto test sierologici e la percentuale è del 2 – 3%. Significa che tutti gli altri ogni 15 giorni devono fare questo test per verificare il proprio grado di immunità. Ed è per questo che va affiancato al tampone per chi è risultato positivo”.
“I test sierologici vanno inoltre ripetuti ogni 15 giorni e in caso di positività la persona dovrà sottoporsi al tampone, così come facciamo con il nostro personale sanitario. Abbiamo selezionato specifici siero-test che hanno un grado di infallibilità prossima a quella del tampone. In commercio ce ne sono centinaia, noi ne abbiamo selezionati pochi, gli altri li abbiamo scartati perchè sono un’accozzaglia di test inutili o dannosi. E’ chiaro? Noi come sanità pubblica stiamo tutelando la salute dei cittadini”.
“Ai datori di lavoro abbiamo chiesto un piano – ha detto ancora Venturi – : “dirci quale test hanno scelto, il laboratorio – anche privato – cui vogliono fare riferimento. Non abbiamo negato ai datori di lavoro di farli, possono andare anche dai privati. Ma dobbiamo certificare che le condizioni siano di assoluta sicurezza. Non abbiamo intenzione di tarpare le ali a nessuno, anzi vogliamo collaborare. Ci però prendiamo la responsabilità di dire cosa funziona e cosa non funziona e se non piace i cittadini possono fare ricorso “.