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Sgarbi loda Gnassi o attacca Franceschini?

Ma lo pensa anche stamattina, Sgarbi, che Andrea Gnassi sarebbe un perfetto ministro del Turismo, se non addirittura premier? Perché magari il discusso e intemperante critico d’arte potrebbe soffre della stessa sindrome del riccone del film di Chaplin, che la sera da sbronzo è buono e generoso, e la mattina, da sobrio, ridiventa sprezzante e superbo.

Non che il nostro sindaco non meriti le lodi, il problema è l’umoralità di Sgarbi, che pur essendo una persona competente e, probabilmente, fra le più attendibili quando si tratta di valutare le capacità di un potenziale ministro del Turismo, per il grande pubblico è soprattutto un provocatore spudorato. E il suo aperto endorsement a Gnassi, espresso l’altra sera nel corso di una cena alla Vecchia Pescheria, è un’arma a doppio taglio: consacrazione o bordata fatale?

Diceva sul serio, e cioè che il nostro primo cittadino potrebbe allargare all’Italia tutta le politiche di rilancio e valorizzazione turistica che ha applicato a Rimini, o intendeva l’esatto contrario, ossia che Gnassi sarebbe il degno ministro del Turismo per quest’Italia “maculata di lardura”, come sbraitava il professor Marcellini interpretato dall’arboriano Bracardi?

Intendiamoci, anche senza essere lecchini, pare avere più senso la prima ipotesi, e in effetti è da un po’ che si vocifera di un futuro romano per il nostro Andrea (ai tempi di Renzi però si diceva che gli fosse stato preferito il sindaco secchione limitrofo, il pesarese Matteo Ricci).

Ma come fa a piacere a Sgarbi, che, apparentemente, è il suo esatto contrario? Considerate certe uscite sgarbesche del passato, il sindaco riminese ideale per lui dovrebbe essere uno che va in giro col bulldozer ad abbattere orrori edilizi – e invece in Riviera ne restano ancora parecchi. Ed è difficile individuare affinità fra i due anche sul piano della vita privata: Gnassi non sembra proprio un potenziale compagno di bagordi per il gaudente e sfrenato studioso ferrarese.

Mah. Certe investiture, per quanto sincere e benintenzionate, rischiano di essere controproducenti, e comunque, per un po’, di Andrea ministro del Turismo non se ne parlerà, visto che la casella è già occupata da un big del Nazareno, Dario Franceschini, ferrarese come Sgarbi.

E forse, al di là delle riconosciute qualità del nostro sindaco, la pubblica lode tributatagli dall’ex sindaco di Salemi è più che altro uno schiaffo al concittadino titolare dei dicasteri di Cultura e Turismo, che Sgarbi ha peraltro infilzato di di frecciate non appena si è riparlato di un suo ritorno nella compagine governative: cripto-leghista, restauratore, morto che torna eccetera.

Insomma, il giudizio positivo di Sgarbi su Gnassi è il classico caso di orario giusto segnato da un orologio rotto. Roma può aspettare. Per il momento il potenziale ministro e premier ce lo teniamo qui a Rimini, città con meno buche nelle strade e dove i bus arrivano in ritardo, ma almeno non si incendiano. Meglio una sdraio a Marina Centro che una poltrona romana. E su questo tutti i riminesi, a prescindere dal colore politico, saranno d’accordo.

Lia Celi

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