La provincia di Rimini colleziona una serie di record poco invidiabili: nella settimana dal 20 al 26 dicembre si conferma il territorio della Romagna più colpito dal virus, quello dove si sono avuti più morti per covid e il meno vaccinato.
Intanto nelle scuole si sono avute ben 217 classi in quarantena (erano state 210 la settimana precedente): qui il primo posto spetta a Forlì.
Questa settimana in Romagna sono stati eseguiti 55.502 tamponi (molecolari e antigenici) registrando 6214 nuovi casi positivi (11.2%). Dopo una lieve stabilità si registra un aumento dei nuovi casi sia in termini assoluti (+ 1209) che percentuali. In aumento il tasso d’incidenza totale dei nuovi casi negli ultimi sette giorni /100.000 abitanti e tutti i distretti dell’AUSL della Romagna.
Risaltano le curve che pongono i due distretti riminesi ai vertici per numero di contagi, sia in assoluto e ancor più in rapporto ai residenti. All’interno della provincia, solo Casteldelci continua a restare un’isola felice, con zero malati e zero nuovi casi.
Si nota anche che le fasce d’età in questo momento più colpite dal virus siano le più giovani, da 0 a 49 anni.
Si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID in aumento da nove settimane ed in totale sono ricoverati 290 pazienti, di cui 24 in terapia intensiva. Con notevoli differenze percentuali fra vaccinati e non vaccinati.
“Risulta del tutto evidente – sottolinea AUSL Romagna – come questo aumento, abbia un andamento decisamente attenuato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie alla diffusione della vaccinazione. In particolare i ricoveri ordinari sono 2 volte inferiori e si registra un numero di decessi 4 volte inferiore”.
Questa settimana si sono verificati due focolai nelle strutture ospedaliere nell’ambito di Rimini e Cesena. In provincia di Rimini ci sono stati anche 3 focolai in residenze per anziani.
Tornano a salire gli operatori sospesi perchè non vaccinati: sono ora 258 (erano252) tra dipendenti e convenzionati in tutta l’azienda USL della Romagna. E anche qui a primeggiare è Rimini.
In continuo aumento il numero dei vaccinati nei centri AUSL (al 27 dicembre 862.467 con prima dose e 783.584 con seconda dose e 267.536 con terza dose a cui vanno aggiunte 91.026 dosi somministrate dai MMG).
Si confermano però tutti i divari fra i territori romagnoli, anche se Rimini ha recuperato un po’ di terreno.
Nella settimana presa in considerazione Rimini è prima anche per numero di decessi, mentre il tasso di letalità più alto resta a Ravenna.
Come riportato dal «Rapporto Monitoraggio dell’impatto della campagna di vaccinazione sulle infezioni da COVID-19 nella Regione Emilia-Romagna – Nuova metodologia di analisi e aggiornamento dei dati al 21 dicembre 2021», i vaccinati da meno di 5 mesi o che hanno effettuato la dose booster sono i più protetti; i non vaccinati hanno un rischio di:
• infettarsi che va da 2,4 volte di più rispetto ai vaccinati da più di 5 mesi, a 3,4 volte maggiore rispetto ai vaccinati entro 5 mesi, fino ad arrivare a 7,8 maggiore quando confrontati con i vaccinati che hanno ricevuto la dose booster.
• essere ricoverati in ospedale di 5,4 volte maggiore in confronto ai vaccinati da > 5 mesi, 6,4volte maggiore rispetto ai vaccinati entro i 5 mesi, fino ad arrivare a 9 volte di più in coloro che hanno ricevuto la dose booster.
Tale dato regionale viene confermato anche in Ausl della Romagna dove i NON vaccinati hanno:
• un rischio di acquisire l’infezione da SARS CoV-2 di 2,5 volte di più rispetto ai vaccinati da più di 5 mesi, 3,5 volte maggiore rispetto ai vaccinati entro 5 mesi e oltre 9 volte maggiore quando confrontati con i vaccinati che hanno ricevuto la dose booster.
• un rischio essere ricoverati in ospedale per COVID di 6,5 volte maggiore in confronto ai vaccinati da > 5 mesi, 5,8 volte maggiore rispetto ai vaccinati entro i 5 mesi, fino ad arrivare a 35 volte di più in coloro che hanno ricevuto la dose booster.
Si registra un sensibile aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+1209). In totale sono ricoverati 290 pazienti, di cui 24 in terapia intensiva.
“In queste settimane, stiamo assistendo ad un aumento molto significativo dei casi – commenta Mattia Altini, direttore Sanitario di Ausl Romagna – il virus corre a ritmi molto sostenuti e il grande numero di contagi sta comunque determinando un aumento della pressione sugli ospedali. C’è comunque un dato che non dobbiamo mai perdere di vista e che ha cambiato il corso degli eventi rispetto ad un anno fa: il vaccino.non avremmo retto alle nuove ondate che si sono succedute e oggi continueremmo a contare morti”.
“Il vaccino – prosegue – non ha fatto finire la pandemia, i contagi possono esserci anche fra le persone vaccinate, ma un conto è avere sintomi simil influenzali e un conto è finire in ospedale e, ancora peggio in terapia intensiva, con gli esiti nefasti che tutti conosciamo. Ecco perché non ci stancheremo mai di ripetere che la prima risposta per frenare la pandemia è il vaccino. Ma da solo non basta. Ci preserva dalla malattia grave, ma non dal contagio. Occorre che, soprattutto in questo periodo di maggiore socialità, legata al momento festivo, si continuino ad adottare senza esitazioni tutte le misure che ben conosciamo: mascherine, distanziamento e igiene delle mani. E’veramente indispensabile per arginare questa fase di massima espansione del virus. Al contempo occorre accelerare con la terza dose e per chi ancora non si è vaccinato, ricordiamo che per le prime dosi l’accesso è diretto e non occorre la prenotazione.
“Vi aspettiamo quindi nei nostri centri vaccinali che non effettuano pause festive. La giornata di Natale dal punto di vista vaccinale è stata un successo. Approfittiamo di questa pausa lavorativa per regalarci un nuovo anno, liberi dall’incubo vissuto in questo lungo periodo. Per scongiurare nuove chiusure ed effetti deleteri sull’ intero Paese (economici, sociali, sanitari) occorre EQUILIBRIO; limitarsi oggi nei comportamenti per superare questa ondata cosi critica in termini numerici di contagi”, è l’appello di Altini.