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“Sequestrate il Ponte di Tiberio”: in arrivo esposto per fermare il progetto del Comune

Contro il Progetto Tiberio del Comune di Rimini è in arrivo un esposto alla Procura della Repubblica. L’ipotesi di reato penale, è quella prevista dall’art. 170 della legge sui Beni Culturali, che ne punisce la distruzione o il danneggiamento. Stanno lavorando all’esposto gli avvocati Giordano Varliero e Davide Grassi, su incarico del Coordinamento Residenti del Borgo San Giuliano.

Critiche al Progetto erano già arrivate da F.A.I., Lega Ambiente e Italia Nostra. Ora l’iniziativa dell’esposto da parte del gruppo di residenti, con l’obiettivo di ottenere il sequestro del Ponte di Tiberio e di tutta l’area, per fermare quello che i promotori definiscono «una distruzione del patrimonio storico della città di Rimini».

«In realtà le questioni sono due – spiega l’avvocato Varliero – la prima riguarda la passerella che dovrebbe attraversare l’invaso, la seconda i lavori alle mura. In questo momento ci stiamo concentrando su questo secondo punto, anche perché ci pare quello più urgente per fermare quanto sta succedendo».

E cosa sta succedendo? «Nelle mura sul lato della città di stanno praticando cento perforazioni – prosegue il legale – e ciascuna di queste perforazioni è di mezzo metro quadrato. hanno detto che i materiali originali sarebbero stati rimossi e poi ricollocati, invece si vede, anche da filmati, che i detriti delle perforazioni finiscono anche in acqua, tanto da intorbidarla. Il tutto per collocare del scalette e un percorso lungo l’invaso e il Ponte. Quindi in realtà si tratta di una vera distruzione, o perlomeno di danneggiamenti. Noi vorremmo solo che la magistratura verificasse se quanto si sta facendo sia consentito».

Ma i lavori sono stati autorizzati dalla Sovrintendenza.. «E’ vero, ma la Sovrintendenza poteva autorizzare tutto ciò?  – ribatte Varliero – Ci sono aspetti che non ci convincono. Da una parte, nella sua prima autorizzazione, si dice che si tratta di mura malatestiane, poi l’ingegner napoli dice di no, o almeno non tutte, poi torna ad affermare che sì, sono antiche. E quindi, se lo sono, possono essere trattate come qualsiasi opera moderna? Sui beni artistici e archeologici ci sono dei vincoli imposti da una legge e sono consentiti solo lavori necessari alla loro conservazione. Non si può distruggerli, danneggiarli o cambiare la loro destinazione. E’ questo che chiediamo alla procura di verificare: se le regole siano state rispettate in un intervento che non ci pare abbia uno scopo conservativo».

Non basta. Come riferisce sempre l’avvocato Varliero, il professor Giovanni Rimondini sostiene che intorno al Ponte di Tiberio i Romani certamente costruirono altre opere oltre alle arcate, quindi ci troviamo in presenza di una vera e propria area archeologica, con tutti i vincoli che ne derivano. «Mentre la Sovrintendenza  – afferma l’avvocato – ha dato il suo secondo parere, sempre positivo, basandolo sulla consulenza di una società privata denominata adArte, secondo la quale nel sito non esistono beni archeologici che debbano essere tutelati».

Obbiettivo dell’esposto è dunque giungere al «sequestro conservativo di questi beni culturali: il Ponte di Tiberio e tutta l’area circostante interessata al progetto».

Anche perché resta da approfondire la questione della passerella: «Sono stati richiesti i pareri idraulici che occorrono per opere di questo genere? – domanda l’avvocato Varliero – Sappiamo che nell’invaso del Ponte di Tiberio le acque possono innalzarsi anche di due metri. E in quei casi che fine farebbe la passerella? Finirebbe sommersa come ora le banchine? E se cedessero degli ancoraggi e urtasse contro il Ponte Romano? Crediamo che siano tutti aspetti vadano verificati».

Dubbi e critiche che stanno mettendo insieme un’inedita alleanza: si va da Forza Italia – stanno per essere discusse in consiglio comunale due mozioni del capogruppo Rufo Spina, una delle quali dal significativo titolo “FERMIAMO LO SCEMPIO SULLE MURA MALATESTIANE” –  a Fratelli d’Italia con Gioenzo Renzi, dal MoVimento 5 Stelle che con Raffaella Sensoli ha portato la questione in Regione, ai Verdi/Alleanza Libera Europea di Marco Affronte parlamentare europeo, fino  a Sinistra Italiana con Fortunato Stramandioli.

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