1) Sentenza TAR 822/2017: questa pronuncia del TAR Emilia-Romagna accoglie le domande di annullamento delle due deliberazioni richieste dai ricorrenti e precisamente:
1) la delibera n. 19/2013 – Respingimento proposta di approvazione Piano Particolareggiato di Via Borghi “scheda PRG 6.1- ;
2) la delibera n. 77/2013 -approvazione linee di indirizzo Masterplan Strategico) – .
Non entro nel merito della sentenza in quanto ancora non passata in giudicato e quindi non mi sembrano opportune le mie valutazioni giuridiche in merito ad una questione delicata nelle more di un atto di appello.
Premetto che prima del ricorso al TAR per lo stesso comparto 6.1 c’erano stati: a) un’ ”Istanza di nomina di Commissario ad Acta”; b) un “Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica” e c) un “parere redatto dalla Dott.ssa Chiodarelli” del 18 Gennaio 2013 su richiesta del Consigliere Comunale Stefano Brunori in ordine ad eventuali rischi dovuti alla non approvazione. In particolare può risultare significativo un passaggio di tale parere ove viene evidenziato al consigliere «“ che nel caso delle proposte deliberativa in questione, la regola della non necessità di motivazione in tema di varianti al PRG potrebbe, in caso di giudizio, non essere ritenuta coerente con la natura e lo stato dei procedimenti……e le due proposte di piano particolareggiato (Scheda 6.1 “Via Borghi” e Scheda 8.1 “Celle” ) sono state oggetto di un lungo e complesso procedimento istruttorio….Sia le varianti che i progetti di piano particolareggiato sono stati soggetti ai pareri della Giunta Provinciale, che li ha assentiti, e oggetto di pubblicazione e deposito, senza seguito di osservazioni ».
2) Contesto ambientale-politico mandato “Gnassi”: la maggioranza consigliare e gli addetti ai lavori, erano a conoscenza, quindi pienamente edotti, che qualsiasi Piano Particolareggiato “in gestazione” che gli uffici mi presentavano completo con le firme di regolarità, veniva dal sottoscritto, previa verifica della bozza di delibera, contestualmente firmato e restituito per la trasmissione agli organi competenti per la trattazione: quindi o alla Segreteria Generale per quelli “conformi” (competenza Giunta), o alla Presidenza del Consiglio per quelli “in variante” (competenza Consiglio Comunale) . Il clima politico era talmente “pesante” che dopo la prima “diffida” ricevuta dai cittadini promotori di comparti urbanistici che si lamentavano dei ritardi nell’approvazione, a fianco della firma sulla cartella delle delibere inserivo anche la data in cui le firmavo e allo stesso tempo chiedevo all’Arch. Daniele Fabbri che in ogni relazione periodica che mi avesse trasmesso per aggiornarmi dello stato di avanzamento dei lavori, inserisse anche le date precise di trasmissione alla mia persona dei fascicoli definiti in modo che fosse “cronologicamente” chiaro il momento in cui gli uffici mi passavano le istruttorie concluse e quello in cui io firmavo le delibere. Mai successo nei 10 mesi di “Urbanistica” del mandato Ravaioli.
3) Schede Santa Giustina e Celle: per le schede 6.1 Santa Giustina e 8.2 Celle (i due piani in variante discussi simultaneamente ed oggetto di diffide da parte dei promotori) ho avuto molti contatti con il Sig. Montanari (e mi pare con il sig. Valenti), per quella di Santa Giustina, e con l’ Arch. Renzo Sancisi, referente di quella delle Celle; ho sempre riferito che appena “gli uffici completavano l’ istruttoria” io li avrei firmate (le delibere) seduta stante. Loro erano anche consapevoli che in quel momento terminava il mio compito e finivano le mie competenze in quanto una volta “passati” alla Segreteria Generale o alla Presidenza del Consiglio, non spettava a me calendarizzare i lavori per la discussione e l’eventuale l’approvazione finale. Attenzione: da quel momento si trasferivano anche le varie responsabilità per eventuali i ritardi e/o omissioni. Ricordo bene le comunicazioni inviate (per tutte cito quella del 22 Novembre 2012 prot. 0178069) e le e-mail al Sindaco, al Presidente del Consiglio (Turci), al Presidente della 3a Commissione (Giorgetti) e al sottoscritto, da parte del sig. Montanari e degli altri proponenti. Essi si lamentavano del lasso di tempo trascorso tra la mia firma della delibera (Settembre 2012), la presa in carico delle delibera firmata dalla Presidenza del Consiglio (Ottobre 2012) e l’ avvio dei lavori della 3a Commissione (Dicembre 2012) e dei “i rinvii richiesti dai consiglieri comunali di maggioranza in commissione in attesa di chiarimenti sulla compatibilità con il Masterplan”.
4) Linea politica di mandato. La linea politica del quinquennio 2011-2016 era chiara: la continuità amministrativa imponeva di arrivare il prima possibile alla approvazione del RUE e PSC; contestualmente, le nuove linee di mandato, imponevano di contenere il carico urbanistico invertendo la tendenza degli anni passati. E’ chiaro che l’approvazione immediata del PSC-RUE avrebbe ottenuto anche questo secondo effetto, ma così non è stato in quanto la redazione del MASTERPLAN (delega del piano strategico in capo al Sindaco ed infatti è stato il Sindaco ad esporre la relazione nella seduta di approvazione del 13.12.2012) ha comportato uno “storno” del personale deputato alla controdeduzione delle osservazioni ai due strumenti urbanistici che inevitabilmente sono “slittati”. Io e l’ Arch. Alberto Fattori (Direzione Pianificazione) abbiamo fatto spesso riferimento a questa anomalia e non tutti in maggioranza erano convinti di questo percorso parallelo; anzi, i consiglieri che avevano adottato il PSC-RUE con il Sindaco Ravaioli, e non poteva essere diversamente, propendevano per la chiusura il prima possibile del percorso del PSC-RUE e quindi erano per concentrare tutti gli sforzi su questi due strumenti.
5) Valore Politico-Giuridico Masterplan. Più volte ho rimarcato nelle riunioni di maggioranza a domanda specifica dei consiglieri che si apprestavano a votare, di fare molta attenzione sul valore e sull’efficacia che essi ritenevano di attribuire al Masterplan al momento del voto in aula e di rapportare le loro decisioni di voto solo esclusivamente su quanto previsto dagli strumenti urbanistici in vigore (PRG, PTCP e soprattutto PSC-RUE adottati con la salvaguardia di legge) e non sul Masterplan. Gli ricordavo che attribuire da parte loro nel momento deliberativo efficacia giuridica (e non meramente politica) di strumento urbanistico a tale atto di indirizzo (deliberato in data 13.12.2012 solo con quel profilo specifico di “linee di indirizzo”) per supportare un possibile voto contrario alle delibere delle due “schede urbanistiche” in quanto contrastanti con esso, avrebbe comportato proprio quel rischio sentenziato in primo grado dal T.A.R. Emilia-Romagna e che i consiglieri erano consapevolmente consci di assumersi. Il dissenso politico ai due Piani Particolareggiati in quanto appartenenti ad una fase urbanistica superata (e nella mia presentazione ricordo di aver evidenziato questo) era una cosa; accettare personalmente il rischio, con un voto di respingimento, di “spezzare” la continuità giuridica con l’istruttoria e con gli affidamenti creati, era questione diversa. Evidentemente solo Bertino Astolfi, dei consiglieri di maggioranza votanti, si è convinto delle mie affermazioni votando a favore alla delibera. Stefano Brunori, che aveva richiesto il parere alla Dott.ssa Chiodarelli, non ha partecipato al voto. In ogni caso credo che l’appello del Comune di Rimini al Consiglio di Stato insisterà molto (e ne avrebbe ben ragione) su questo punto e cioè sul “valore” attribuito al Masterplan e sulle valutazioni espresse dai consiglieri.
6) Comunicato dell’ Amministrazione Comunale dell’ 8 Dicembre 2017. Attenzione: le “sentenze favorevoli” di cui al comunicato dell’amministrazione comunale dell’ 8 Dicembre u.s., almeno quelle di mia conoscenza, riguardano la cosiddetta variante “taglia indici” o “anticemento” che dir si voglia, adottata con delibera n.22/2013 e rapportata ai piani particolareggiati in itinere con i provvedimenti dei “Commissari ad Acta”, quella impropriamente chiamata dal Sindaco, “variante retroattiva” ( …non esistono…varianti urbanistiche retroattive…) e che, sempre secondo il Sindaco, avrebbe resistito ai cosiddetti “diritti quesiti” (….altra “perla”sindacale). In Particolare ricordo le due sentenze del T.A.R. Emilia-Romagna n. 857 e 895/2014 su ricorsi proposti dalla Barbara S.R.L. e Immobiliare Marecchia S.R.L. più altri. Non sono state emanate sentenze che trattavano in modo specifico l’annullamento del Masterplan, per il semplice motivo che nessuno l’aveva chiesto prima d’ora. I ricorsi citati (almeno quelli proposti durante il mio mandato assessorile) vertevano (a parte questo della scheda 6.1, si intende) solo ed esclusivamente sull’eventuale rifiuto di approvazione dei Piani Particolareggiati conformi alle NTA del precedente PRG, ma difformi alla “variante taglia indici” che le ha modificate nel 2013. Altri temi, come è facilmente deducibile. Questa della Scheda 6.1 di “Via Borghi” è la prima pronuncia che tratta direttamente del Masterplan e con le altre, come credo di aver chiarito, non ci “azzecca nulla”.
7) STORIA URBANISTICA. Nel maggio del 2010 dopo che Maurizio Melucci è stato chiamato da Vasco Errani in Regione, il Sindaco Ravaioli (in accordo con il PD – segretario provinciale Gnassi) mi ha chiesto di occuparmi di urbanistica in quanto Antonio Gamberini, titolare di tali deleghe, sarebbe subentrato in quelle di Maurizio Melucci. La “mission” istituzionale e politica (Comune più PD) era quella di adottare il PSC-RUE, completare il processo di approvazione dei Piani Particolareggiati in istruttoria, degli accordi di Pianificazione (Portofino, Murri…) e degli Accordi di Programma (Elettrodotto Santa Giustina). Tra Giugno 2010 e Marzo 2011 completammo il 98% dell’arretrato. Rimasero fuori alcuni piani che “traghettammo” con la norma “transitoria” 1.13 del PSC nei nuovi strumenti in attesa dell’approvazione. Tale norma fu oggetto di un forte e acceso contraddittorio tra il sottoscritto ed il Sindaco (urla e lancio di materiale “didattico” da parte del Sindaco in presenza mia, del Capo di Gabinetto Sergio Funelli e del Direttore della Pianificazione Arch. Fattori in una riunione nel suo ufficio a Palazzo Garampi) in quanto egli voleva annullarla con una delibera “ad hoc” contro il mio volere in quanto:
A) tale norma sarebbe decaduta automaticamente con l’ approvazione finale del PSC-RUE (è stata oggetto di riserve anche da parte della Provincia);
B) al Sindaco ho sempre detto che non sarei mai andato in Consiglio Comunale a proporre l’annullamento di un qualcosa che solo 8 mesi prima avevo portato in adozione.
Attenzione perché c’erano pareri contrastanti su eventuali rischi risarcitori anche tra i consulenti contattati dall’amministrazione per un parere in ordine all’“annullamento delle norme transitorie”. Si è così deciso di non annullare nulla ma di procedere con la famosa variante “taglia indici” dell’ Aprile 2013.
Poi il resto è cronaca.
Roberto Biagini