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Sentenza piano particolareggiato S. Giustina, il commento di Andrea Gnassi

Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha commentato la  sentenza del Consiglio di Stato che ha di fatto dato ragione al Comune nell’ambito del Piano particolareggiato a Santa Giustina.

Una sentenza importante sotto molti punti di vista. Voglio ringraziare innanzitutto gli avvocati Maria Assunta Fontemaggi e Federico Gualandi per il gran lavoro fatto nel rappresentare le ragioni del Comune di Rimini. Il ringraziamento va obbligatoriamente esteso ai consiglieri comunali che ormai 9 anni fa votarono quell’anno, in un clima pesantissimo di pressioni. 

Abbiamo subito individuato la strada di un cambiamento necessario nella pianificazione strategica, cioè l’idea di capire e individuare nuove priorità diverse dal consumo del territorio, usato per alimentare l’economia. Questo portò alla individuazione del Masterplan. Uno strumento di indirizzo in cui in maniera innovativa venivano analizzati, anche con un meccanismo di analisi per matrice, gli obiettivi e i bisogni della città in funzione di un cambiamento di modello di sviluppo. Nel passato troppo spesso si era assistito, in Italia e anche a Rimini, al planare di interventi che poi avevano portato ad un eccesso di “cementificazione”, al meccanismo dei motori immobiliari che producevano anche contesti abitativi slegati nelle funzioni, nei servizi, nella connessione urbana. A essere premiata era la rendita immobiliare. Allora la scelta di Rimini con il Masterplan, coerente col Piano strategico, fu coraggiosamente di dare indirizzi agli strumenti urbanistici, una rivoluzione che metteva al centro l’interesse e un’idea di crescita armonica dei luoghi e della socialità. 

Ricordiamo benissimo quelle settimane di tensione, dubbi, paventate richieste risarcitorie milionarie, l’accusa di bloccare l’economia (che con la crisi e speculazione immobiliare era già saltata). Ricordiamo notti e giorni passati a interrogarci sul senso alto delle scelte da compiere, le assicurazioni individuali da sottoscrivere prima del voto in Consiglio. Ma ricordo ancora meglio la volontà della maggioranza a Rimini di superare con il Masterplan una cultura in cui l’urbanistica aveva tanto, troppo a che fare con il consumo del suolo e ogni voce critica veniva stoppata dal muro ‘dell’atto dovuto’, del diritto acquisito. Oggi possiamo dirlo, alla luce di un’Italia complicata e burocratica dove anche gli atti più nobili e trasparenti finiscono spesso nel coacervo di norme spesso interpretate a geometria variabile, con la sentenza del Consiglio di Stato si rimarcano bene principi che la politica di allora ebbe il coraggio di affermare. È anche una spinta forte alla politica di oggi, alle scelte amministrative ancora da compiere..  

La sentenza del Consiglio di Stato afferma che ogni amministrazione, ogni consiglio comunale ha la possibilità e l’opportunità di agire e non solo di eseguire.

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