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Senegalese ucciso. Il punto sulle indagini

Per la procura di Rimini sono aperte tutte le piste. Le indagini coordinate dal procuratore Paolo Gengarelli continuano a ritmo serrate e sono partite dal filmato girato da una telecamera di sorveglianza di via Coletti che avrebbe ripreso il momento in cui l’assassino ha sparato. Due colpi partiti da un suv di colore scuro.

Si sa poco altro anche perché dagli ambienti investigativi si tiene il massimo riserbo. Una pista che stanno seguendo gli inquirenti è quella legata al mondo della prostituzione. Il senegalese era un bravo ragazzo mai coinvolto in vicende illegali ma forse era legato in qualche modo ad una figura femminile del giro. Il controllo dei tabulati telefonici starebbe portando a questa ipotesi.

Infatti il ragazzo si sarebbe recato sul ponte di via Coletti solo dopo una telefonata. Fino ad allora era in compagnia di amici. Subito dopo il suo arrivo in via Coletti sarebbe stato freddato. Lo scenario sembra essere quello di un agguato. Prima della morte avrebbe chiamato per più volte una donna, una prostituta che è stata sentita più volte dagli inquirenti. La donna avrebbe spiegato che tra loro non vi era nessun legame ma era solo un cliente occasionale. La prostituta lo avrebbe richiamato alle 2,03 quando era già stato ucciso. L’unica cosa certa è che il senegalese è stato ucciso tra 1,50 e le 2,03.

Ma c’è anche l’approfondimento con la pista dei due albanesi arrestati mercoledì sera, armati. Inizialmente si è escluso il collegamento con l’assassinio del giovane per l’incompatibilità della pistola in loro possesso con quella usata contro Makha. Gli inquirenti stavano cercando una relazione con la sparatoria di Santarcangelo del 31 marzo, ma le due vicende potrebbero anche essere intrecciate. Infatti i due albanesi sono stati arrestati in via Coletti, a pochi metri dal ponte dove è stato ucciso Makha Niang, a bordo di un Suv nero, lo stesso tipo di auto ripresa dalle telecamere di via Coletti. Due coincidenze che appaiono molto strane. Si tratta al momento di semplici supposizioni che potrebbero avere un riscontro definitivo una volta trovati i bossoli e che hanno ucciso il 27enne senegalese. Ma anche in questo caso non è detto che si trovino.

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