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Sembra possa salvare la vista la ragazza riminese aggredita con acido. Gloria Lisi: il Comune si attiverà a supporto della vittima

Si chiama Gessica Notaro ed ha 28 anni la ragazza sfregiata con l’acido dal suo ex compagno, originario di Capo Verde.

In agosto l’uomo era stato denunciato e segnalato per maltrattamenti e a suo carico era stato emanato un provvedimento di ammonimento da parte del questore di Rimini Maurizio Improta. Gessica lavorava al delfinario di Rimini ed ha partecipato – come miss Romagna – alle prefinali di Miss Italia 2007, a Salsomaggiore.

Ricoverata all’Ospedale Bufalini di Cesena (che ha un reparto specializzato nelle grandi ustioni), ha riportato profonde ustioni nella zona degli occhi oltre che ad una gamba e all’anca.

I sanitari si sono riservati la prognosi ma sembra che – dopo un primo momento dove sembrava che la ragazza potesse perdere la vista – il quadro clinico si evolva positivamente. In sostanza potrebbe salvare la vista.

Sembra che l’uomo l’abbia attesa sotto casa – nonostante fosse stato colpito da una misura che gli vietava di avvicinarla – e l’avrebbe aggredita gettandogli dell’acido in viso e addosso. La Polizia Scientifica sta esaminando la sostanza che ha impregnato gli abiti ed alcuni oggetti che la ragazza indossava.

Riferendosi all’accaduto il Vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, ha rilasciato una dichiarazione dove afferma che l’Amministrazione Comunale si attiverà immediatamente per supportare la vittima.

Di seguito la dichiarazione:

La cronaca riporta come la notte scorsa sia accaduto un nuovo fatto drammatico nei confronti di una donna, aggredita brutalmente con acido gettatole in viso.

Le notizie non sono ancora definitive ma le indagini degli investigatori pare si stiano orientando verso le responsabilità dell’ex compagno.

In attesa dei rilievi da parte di chi indaga sul terribile episodio, quello che è già evidente è il perpetuarsi di una violenza che drammaticamente abbiamo imparato a conoscere perché corre ogni giorno lungo l’intero Paese; la violenza cioè che vuole umiliare, ferire e lasciare addosso alla donna i segni della sottomissione. E questo succede anche a Rimini. Nei confronti di una ragazza che, ripeto, a quanto emerge in queste ore, era già stata vittima nel recente passo di maltrattamenti, segnalati all’autorità giudiziaria.

Sta emergendo quindi una storia di uomini che perpetuano l’antico dispositivo di dominio che ha retto il rapporto di coppia da secoli e quindi credono di avere il diritto di trattare la donna come vogliono, contrastare i percorsi di autonomia, libertà, o semplicemente il libero desiderio. Con violenza psicologica e fisica, fino agli esiti più tragici.

Di fronte all’orrore, ci piace pensare che le donne non restino prigioniere di un’ idea dell’amore che non deve esistere, quello caratterizzato dal possesso. Si liberino, escano da una dimensione ideale, la coppia, che quando non funzione diviene solo luogo di disagio.

È questo il meccanismo vizioso dentro il quale si ritrovano tante donne vittime della violenza: prigioniere di un’idea dell’amore che, in realtà, non deve esistere. Noi crediamo che l’amore sia fatto di autonomia e di riconoscimento reciproco.

Il Comune di Rimini e il Centro Antiviolenza continueranno a lavorare affinché vi sia sempre una risposta rapida alla richiesta di sostegno immediato in un lavoro di rete con le altre istituzioni e l’ associazionismo del territorio su una violenza e su una crudeltà figlie di una cultura che va combattuta alla radice, in ogni ambito della vita sociale e famigliare.

Certo, in questi momenti è comune in noi e negli operatori che portano avanti ogni giorno questo lavoro di contrasto e sensibilizzazione perfino un senso di frustrazione. Si agisce a tutti i livelli con iniziative, campagne, ascolto, denunce, dalle scuole fino ai settori più avanzati della socialità e della vita comunitaria, ma vicende come questa continuano ad accadere, e non raramente. Ma dobbiamo andare avanti, con determinazione e consapevolezza del nostro ruolo e del compito che spetta a tutti, nessuno escluso.

Il Comune di Rimini si attiverà da subito anche con la Fondazione Vittime dei Reati per supportare la vittima”.

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