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Scuole chiuse Rimini, partono i ricorsi al Tar

Si riaccende la battaglia legale sulla chiusura delle scuole.  Al ricorso presentato nella provincia di Bologna contro la didattica a distanza dalla primaria alle superiori ne sono stati presentati altri compresa Rimini e la Romagna.

Quello depositato per Rimini e la Romagna conta numerose firme tra cui quella dell’avvocatessa Jessica Valentini come ha scritto sulla sua pagina Fb: “Ieri ho firmato, insieme ad altri, il ricorso per l’impugnazione dell’ordinanza di chiusura delle scuole, che l’avvocata Milli Virgilio depositerà presso il Tar.

Il ricorso è sostenuto da un collegio difensivo composto dai legali Milli Virgilio, Carmela Cappello, Laura dal Prà, Marco Sforzi e Annalisa Calvano.

Questi ricorsi al Tar dell’Emilia Romagna riguardano le ordinanze regionali che chiudono, le materne, i nidi e le scuole in Romagna.

Un punto, tutto giuridico, sollevato nel ricorso è “che questo tipo di provvedimento, di legislazione emergenziale, non è materia regionale. Imporre la didattica a distanza e chiudere la scuola dell’infanzia può farlo solo lo Stato, non rientra nella competenza delle Regioni”. Dicono i legali: “Metteremo in evidenza, su ogni atto, l’illegittimità”.

Pronto un ricorso anche al Tar del Lazio contro il Dpcm – il primo del governo Draghi – attualmente in vigore.

Il ricorso è supportato da una relazione scientifica di due esperti: Sara Gandini, epidemiologa e biostatistica, direttrice dell’unità “Molecular and Pharmaco-Epidemiology” presso il dipartimento di Oncologia sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO) e docente dell’European School of Molecular Medicine di Milano (SEMM), e Luca Scorrano, professore ordinario di Biochimica presso il Dipartimento di Biologia dell’università di Padova, dove è stato chiamato per chiara fama nel 2013 dall’Università di Ginevra (Svizzera).

Le conclusioni sono nette: “Mancano nei documenti scientifico-tecnici ulteriori criteri di gravità della condizione epidemiologica, nel paragone tra la situazione attuale e quella osservata durante l’acme della seconda ondata, che possano giustificare una chiusura preventiva e generalizzata degli istituti scolastici di ogni ordine e grado”. Per i due esperti, “le analisi negli allegati di supporto tecnico-scientifico non dimostrano una situazione di aumentata pericolosità a livello di aumento di contagi, diffusione di focolai scolastici, trasmissione secondaria in ambito scolastico, aumentato rischio per individui in età scolare di trasmettere la cd variante inglese rispetto alla popolazione”. (Fonte Repubblica)

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