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Scuola, Bonaccini alla guerra: “Regione farà ricorso alla Corte Costituzionale”

“L’Emilia-Romagna presenterà “ricorso alla Corte Costituzionale. Quasi mai abbiamo fatto ricorso alla Corte ma qui è davvero un dialogo tra sordi. Questo Governo ha un modo di procedere che non tiene conto delle Regioni. Questa della scuola è davvero clamorosa“.

Lo ha annunciato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini alla luce della norma varata dal Governo sulla riorganizzazione della rete scolastica che potrebbe portare a una possibile penalizzazione per i territori innalzando a 900 studenti la soglia minima per potere avere una autonomia scolastica con un proprio dirigente, come riporta l’Ansa

L’annuncio è arrivato durante la trasmissione ‘Forrest’ su Radio Rai 1. Bonaccini ha lanciato un indiretto appello agli altri presidenti di Regione. “Credo e spero che anche gli altri miei colleghi  faranno altrettanto perché, anche questo, nel silenzio generale, è un rischio grande” che si sta correndo, spiega il candidato alla segreteria del Pd: quello di avere classi pollaio, scuole che chiudono e abbassamento della qualità dell’offerta didattica. Il punto della questione è appunto questo, sottolinea Bonaccini: “Siccome il Governo sta tagliando sul dimensionamento degli organici e sulle autonomie scolastiche, succederà che, con quel provvedimento, rischiamo di avere classi pollaio in città con sempre più studenti, e quindi una diminuzione della qualità dell’offerta didattica, e scuole che chiudono in montagna e in aree interne periferiche dove c’è più spopolamento”.

Come riporta l’agenzia Dire dunque Bonaccini si mette di traverso: “Non l’ho mai fatto in otto anni (da presidente di Regione, ndr), ma nei prossimi giorni farò una conferenza stampa perché impugno il provvedimento alla Corte costituzionale perché davvero non è tollerabile che avvenga questo nel disinteresse e senza un dibattito vero, pubblico ta le Regioni e tra Regioni e Governo”. Di qui l’auspicio che altri presidenti facciano ricorso a contro un “rischio grande” che si concretizza proprio “quando dovremmo investire sulla scuola”.

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