E’ l’ultima scoperta in provincia di Rimini e sarà possibile visitarla assieme agli archeologi che stanno ancora scavando. Tra Corpolò e Villa Verucchio è tornato alla luce per la prima volta l’antico tracciato della via Ariminensis, che collegava Rimini ad Arezzo, antenata dell’odierna Marecchiese. Oltre alla strada è spuntata una necropoli di età romana imperiale: una trentina le sepolture finora individuate, ma certamente ne esistono altre ancora. Tombe dove furono deposte le ceneri dei defunti assieme ai loro corredi, a volte poverissimi ma in altri casi di un certo livello sociale. Fra i reperti ci sono ceramiche e manufatti in vetro.
A quel insediamento potevano appartenere? La necropoli è troppo grande per potersi riferire solo a una villa, cioè a una grande fattoria romana. Già in passato gli studiosi hanno ipotizzato che nei pressi di Corpolò esistesse un vicus, ovvero un villaggio rurale. Nel passato sono venute alla luce tracce di centuriazione, steli sepolcrali ed epigrafi. Prima del Mille si sa che in zona esisteva la pieve perduta di San Giovanni in Bulgaria Nova, che però non è mai stata individuata.
Quanto alla via Ariminensis, è la prima volta che ne se può osservare un tratto. Non era una via lastricata, ma una strada glareata: un battuto di ghiaia e ciotoli che senza dubbio i Romani aveva realizzato lungo un itinerario antichichissimi, probabilmente esistente già prima degli Etruschi, che costeggiando il Marecchia conduceva dall’Adriatico a valicare l’Appennino per raggingere le vallate del Tevere e dell’Arno.
Percorso che esisteva già quando nel 268 a.C. i Romani fondarono la colonia di Ariminum e anzi doveva essere l’arteria principale che dall’Etruria raggiungeva l’approdo alla foce del Marecchia. Lo testimonia inequivocabilmente proprio il reticolo delle vie tracciate dai Romani al momento della fondazione e rimasto pressochè invariato fino a oggi. Le insulae rettangolari hanno il lato più lungo che guarda sul decumano originario, sull’asse delle attuali vie Garibaldi e IV Novembre; solo con l’apertura della Via Flaminia e poi dell’Emilia, fra il 220 e il 187 a.C, fu retrocesso a cardus, mentre l’attuale Corso d’Augusto assumeva il ruolo principale.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, in collaborazione con SCM Group S.p.A., con la ditta adArte Srl e con il supporto dei Musei Comunali di Rimini e del Museo Civico Archeologico di Verucchio, organizza per sabato 8 ottobre tre visite guidate allo scavo archeologico, chde è in corso tra Corpolò e Villa Verucchio (indirizzo: SCM Group – parcheggio TIR – cancello 4 – via Casale, 450).
L’indagine archeologica è partita dagli scavi per costruire un nuovo edificio di SCM Group S.p.A., Le indagini preventive hanno portato al rinvenimento di un interessante sito archeologico con evidenze di epoca romana. In particolare, gli scavi hanno messo in luce per la prima volta l’antico tracciato stradale della via che univa la colonia di Arimininum alla città di Arretium e un gruppo di sepolture di epoca romana imperiale.
Le visite guidate, condotte dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna e dalla ditta adArte Srl, prevedono la presentazione dello scavo da parte degli archeologi che lavorano sul campo e l’esposizione dei reperti dei corredi tombali recuperati.
Le visite guidate si svolgeranno a partire dalle 09:30 alle 12:30 (orari di visita: 09:30, 10:30, 11:30).
Per ragioni di sicurezza l’accesso all’area dovrà essere effettuato con scarpe adeguate.
Informazioni e prenotazioni da martedì a sabato:
Musei Comunali di Rimini tel. 0541 793851
Museo Civico Archeologico di Verucchio tel. 0541 670280