Sabrina Vescovi, candidato sindaco per le elezioni amministrative a Riccione ha preso posizione sulla trasmissione di Rai3 di ieri sera, “Fuori Roma”, condotta da Concita De Gregorio.
“Il quadro che è emerso ieri sera dalla trasmissione di Concita De Gregorio su Riccione, andata in onda su Rai3, appare lontanissimo dalla realtà. Uno specchio di città in declino, non più comparabile ai fasti del passato. Una Riccione divisa in tutti i sensi, dove l’ex sindaco Tosi è ancora indaffarata a distribuire colpe nel centrodestra per una caduta che, in fondo, deve solo a se stessa”, commenta il candidato.
Il programma descrive una città non più competitiva a causa delle turbolenze politiche. A prescindere dalle analisi di tipo politico della giornalista, chi esce peggio dalla trasmissione di ieri sera – prosegue la Vescovi – è proprio la nostra città. Un grave danno d’immagine in cui gli intervistati si sono divertiti a difendere le proprie posizioni piuttosto che gli interessi di Riccione.
Qualunque altro luogo al mondo in cui si fosse verificata una descrizione come quella emersa in televisione, avrebbe animato l’orgoglio dei suoi rappresentanti.
Ma a Riccione no.
A Riccione, in tre anni di governo non si è saputa costruire una visione e un’idea di città; questo emerge drammaticamente dalla trasmissione. Un sindaco più impegnato a parlare di ‘traditori’ che a promuovere e difendere la sua città. Nelle sue parole non c’è ombra di progetto e, nei 45 minuti di durata del programma, neanche un secondo, un fotogramma è stato dedicato ad opere, iniziative, fatte dal Governo Tosi”.
In conclusione Sabrina Vescovi commenta: “A conferma che dal 2014 non è stato fatto nulla, un continuo e declinante immobilismo, interrotto da sprazzi di rancore nei confronti di chiunque. L’occasione per ripartire adesso c’è. Il programma che presenteremo a giorni e la coalizione che si impegnerà a metterlo in atto, saranno gli elementi per quella nuova spinta, per quel nuovo orizzonte che adesso Riccione deve tornare a guardare. Con fiducia e senza rabbia. Perché la rabbia non deve avere dimora, in alcuna città d’Italia. Né Fuori Roma, né soprattutto, dentro la nostra amata Perla Verde”.
