Robert Mitchum, indimenticabile attore, icona del cinema americano, veste i panni di un predicatore assassino: il film è La morte corre sul fiume (The Nigth of the Hunter, Usa 1955) ed è la pellicola in programma al Supercinema di Santarcangelo lunedì 14 novembre (ore 21), nuova tappa della rassegna dedicata ai grandi classici restaurati dalla Cineteca di Bologna.
Alla macchina da presa troviamo un altro interprete straordinario, l’attore britannico Charles Laughton (l’avvocato di Testimone d’accusa di Billy Wilder, il giudice del Caso Paradine di Hitchcock) che con La morte corre sul fiume firma la sua unica regia. Il risultato è un film culto, una favola gotica, fotografata in un bianco e nero espressionista e visionario. La parte femminile del cast, riserva altre due glorie del cinema: una è l’attrice Shelley Winters (la madre del Lolita di Kubrick per dire di uno dei suoi ruoli più perfetti e celebri), qui nel ruolo della vedova Willa Harper, l’altra è un pezzo della storia del cinema delle origini, Lillian Gish (la grande interprete dei film di David W. Griffith, Birth of a Nation e Intollerance per citare solo quelli cult).
Fiaba e thriller, bianco e nero, luci ed ombre, il bene contro il male. La morte corre sul fiume è un film di opposti inconciliabili, come quelle parole – ‘love’, ‘hate’ (amore e odio) – che il predicatore ha tatuato sul dorso delle dita. Una delle (tante) immagini indimenticabili di questo capolavoro senza tempo.
Siamo in Virginia, ai tempi della depressione. Il pazzo predicatore Harry Powell, pluriomicida di vedove, gira il paese predicando in modo quanto meno singolare. Arrestato per il furto di un’auto, conosce in prigione Ben Harper, padre di John e della piccola Pearl, condannato a morte per una rapina che gli ha fruttato 10.000 dollari. I soldi sono nascosti nella bambola che la bambina si porta sempre appresso… Powell insegue i due fratelli lungo il fiume, deciso a recuperare il bottino.