La pesca che aiuta a comprendere la realtà e le sue contraddizioni, la pesca che diventa allenamento a rapporti complessi e non paritari. Michele Marziani presenta il suo libro “Il pescatore di tempo. Piccole storie di pesca in acque dolci” (Ediciclo Editore) sabato 4 febbraio alle 17.30 alle Biblioteca Baldini di Santarcangelo. Introduce il giornalista Stefano Rossini.
Pubblicato nella collana “Piccola filosofia di viaggio”, il volume indaga la passione della pesca sportiva ma è anche un libro sulla letteratura, sui tanti scrittori che hanno raccontato le acque, i fiumi, l’ambiente. «Se non avessi pescato non sarei diventato uno scrittore», afferma Marziani.
La pesca con la canna, lungo fiumi, laghi e torrenti, è l’arte dell’attesa.
Storie di pesci d’acqua dolce che insegnano qualcosa anche sulla paura, sulla scrittura, sulla libertà, sull’uguaglianza. E sulla maionese.
Il grande Kurt Vonnegut diceva di sé: «Noi siamo americani della zona dei Grandi Laghi: gente d’acqua dolce, non marinara, bensì dell’entroterra. Ogni volta che faccio il bagno in mare mi sembra di nuotare nel brodo di pollo».
L’acqua dolce, quella dei laghi, ma soprattutto quella dei fiumi e dei torrenti, ha un odore uguale ovunque, un odore che entra nelle narici e conferma quello che da sempre si cerca su quelle sponde. La libertà. Pescare è una pratica, prima ancora che un sentimento.
Ma spesso si diventa pescatori perché si prova a risolvere un enigma che non ha soluzione: per entrare nel mondo che sta sott’acqua si va a caccia dei suoi abitanti. E questi abitanti con le pinne, furbissimi e colorati, diventano presto un’ossessione, una specie di “Grande Trota”, come Moby Dick per il capitano Achab. Più ci si innamora di quel mondo, più ci si rende conto della contraddizione: si cattura, spesso si uccide l’oggetto del desiderio. Si vive e si risolve in se stessi il dilemma dell’amore e della morte. La risposta non la troveremo mai, ma ci accompagnerà per sempre nelle narici quell’odore misto di acqua e di vita.
Michele Marziani è nato a Rimini nel 1962 e ha vissuto a lungo in Piemonte e a Milano. Ha pubblicato sei romanzi tra i quali Nel nome di Marco e Umberto Dei. Biografia non autorizzata di una bicicletta, usciti per la collana “Battiti” di Ediciclo Editore, oltre a numerosi libri di viaggio nella cultura materiale italiana.
Appassionato ed esperto di pesca in acque dolci è autore del volume Un ombrello per le anguille (Guido Tommasi Editore) che raccoglie gran parte dei suoi racconti apparsi sulla storica rivista Pescare.
Giornalista dal 1985 fino al 2007, quando si allontana dalla professione per seguire la propria vocazione di narratore, ha lavorato, tra le altre, alle testate specializzate Pesca In, Il Pescatore d’acqua dolce, Le vie della pesca. È il fondatore dell’Associazione Mario Albertarelli, intitolata al grande scrittore italiano di cose di pesca.