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Santarcangelo, Montevecchi: “Summer pride? No, grazie. Sto con il Ministro Fontana”

Il Summer Gay Pride? Lo fanno passare come una festa estiva di musica e divertimento, quando in realtà si tratta di una manifestazione politica dalla parte delle adozioni gay, della folle ideologia di genere che considera il sesso biologico irrilevante in quanto “ognuno sarebbe libero di essere ciò che si sente di essere” e infine, dalla parte dell’abominevole pratica dell’utero in affitto e della compravendita dei bambini, considerati oggetti come se fossero bambolotti da acquistare in un negozio di giocattoli. Queste battaglie ideologiche le portano avanti strumentalizzando tutto con la scusa dell’omofobia”. Esordisce così il consigliere comunale Matteo Montevecchi e continua affermando: “I giovani che hanno capito cosa si nasconde dietro queste manifestazioni avallate anche da alcuni locali riminesi, la boicottino. Fortunatamente – aggiunge Montevecchi – ora abbiamo un Ministro della Famiglia serio come Lorenzo Fontana, capace di schierarsi contro la dittatura del pensiero unico e contro le barbarie di chi vorrebbe legittimare e legalizzare la pratica dell’utero in affitto. Per questo si becca insulti dalla mattina alla sera da certi squadristi arcobaleno, ma sono tutte medaglie da appendere al petto”.

E prosegue: “San Pio X ci aveva già avvisato: Vi chiameranno papisti, retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri. Lo siamo e ci batteremo sempre con tutte le nostre forze contro lo schiavismo del ventunesimo secolo e contro l’ideologia che vorrebbe sostituire mamma e papà con il genitore 1 e il genitore 2. E perché no, pure con il genitore 3, perché manca poco alla deriva: ma noi saremo l’argine”.

Inoltre Matteo Montevecchi precisa: “Bene ha fatto il vescovo Lambiasi a prendere le opportune distanze dal Summer Pride, ma il problema non è, come è stato detto, che “manifestazioni del genere non aiutino affatto ad affrontare in modo costruttivo la rivendicazione dei legittimi diritti LGBT”. Sia perché non dovremmo preoccuparci delle strategie comunicative di chi vuole sovvertire, relativizzare e accantonare la famiglia, sia perché mi chiedo, quali sarebbero questi “legittimi diritti LGBT” di cui parla il vescovo. In Italia grazie al diritto pubblico e privato ci si poteva già appellare a tutti i diritti che si volevano, anche senza l’istituto ad hoc delle unioni civili (simil-matrimonio gay). L’unica cosa che mancava era la reversibilità della pensione e l’adozione gay, cosa che vogliono a tutti i costi perché considerano il bambino un “diritto” e non più un “soggetto di diritto” che ha sua volta ha dei diritti, tra cui quello di crescere con una mamma e un papà. Non vorrei sconvolgere nessuno, ma le persone non sono dei diritti”. Poi conclude: “Ringrazio i comuni di centrodestra che non hanno prestato il fianco e non hanno concesso il patrocinio. Mentre il comune di Santarcangelo, il comune di Rimini e altri comuni ideologizzati lo hanno fatto senza problemi, ma presto la musica cambierà”.

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