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Santarcangelo, il mistero del patrono

Santarcangelo di Romagna sta festeggiando il suo patrono, San Michele Arcangelo, con la Fiera di San Michele, detta anche la “fiera degli uccelli”, ben distinta dalla più nota Fiera di San Martino, o “dei becchi”, dell’11 novembre.

Eppure, il 29 settembre, giorno di San Michele Arcangelo, a Santarcangelo le attività lavorative non pare osservino alcuna festività, nemmeno parziale. Di certo quel giorno è lavorativo in Comune, dove tutti gli uffici restano aperti. Mentre la chiusura, scuole comprese, avviene l’11 novembre, in occasione di San Martino. Che però non risulta essere il patrono della città clementina.

Come mai questa stranezza? Non è che a Santarcangelo la festa del patrono sia “fuorilegge“?

In realtà, in Italia non c’è una legge che obblighi enti pubblici e aziende private a osservare la festa del patrono. Ovviamente, nella “patria del diritto”, non è mancato chi ha pensato di rivolgersi alla magistratura per chiarire l’anomalia, che evidentemente non esiste solo dalle nostre parti. E i giudici si sono infatti pronunciati più volte e in diverse sedi: Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (N. 261/07 del 12/4 2007 – 485 Reg.Ric. anno 2006); Tribunale di Milano (28 settembre 1996); Corte di Cassazione civile, sezione lavoro (23 settembre 1986, n. 5712). Per scoprire cosa?

Che esiste un solo atto avente forza di legge che obbliga una città a festeggiare il suo patrono, sospendendo le attività lavorative pubbliche e private: ma riguarda solo Roma ed è addirittura un trattato internazionale. Sono i Patti Lateranensi del 1929 fra Chiesa cattolica e Stato italiano (confermati su questo punto anche dall’art. 6 della legge 121/1985) dove si decreta che il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo, nella Città eterna sia giorno festivo.

Ma allora perché anche nel resto d’Italia il giorno del patrono non si lavora? Secondo una “consolidata giurisprudenza”, l’unico fondamento giuridico si trova nei contratti collettivi di lavoro, che hanno forza di legge in base al cosiddetto “decreto Vigorelli” del 1959. In parole povere, quel giorno diventa festivo se così è scritto nel contratto di lavoro di ciascuna categoria. È solo una consuetudine quella dei Comuni che considerano giorno festivo la giornata di celebrazione del Santo patrono.

Ma nei contratti di lavoro, pubblici e privati dei santarcangiolesi ci sarà scritto che si fa festa il giorno di San Martino, che fra l’altro patrono non è? Non manca materia per contenziosi sindacali e avvocati intraprendenti.

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