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Santarcangelo: giovedì al Supercinema Manuel Mussoni presenta il libro “Le ferite che non volevo”

Presentazione, giovedì prossimo, 17 marzo, alle 21, presso il Teatro Supercinema di Santarcangelo di Romagna, del libro “Le ferite che non volevo”, con una serata interamente gestita dagli studenti del professor Mussoni.

Le ferite che non volevo racconta la rabbia che c’è negli adolescenti di oggi, facendo emergere con forza e realismo ci  che pensano e ci  che sta loro a cuore. Il romanzo ambientato tra Rimini e Bologna, in due momenti cronologicamente distanti trent’anni l’uno dall’altro.

La storia – tratta da fatti realmente accaduti – di due ragazzi, Matteo e Alex, che appaiono più feriti che colpevoli e pi  delusi che deludenti. Un’amicizia nata e cresciuta tra cattiverie e ingiustizie causate da un mondo adulto distratto e totalmente incapace di intercettare i più giovani, duramente colpita da circostanze che portano a un allontanamento. La ritrovano da adulti quando uno dei protagonisti, Matteo, come negoziatore della polizia deve gestire un rapimento in cui la vittima   la figlia dell’amico Alex.

Il romanzo attraversato da un pericoloso segreto che non deve emergere e che condiziona le relazioni di due famiglie, convinte che certe ingiustizie vadano accettate silenziosamente per evitare di trovarsi a viverne di peggiori.

Emerge lo spaccato di una società fatta di ipocrisie, tradimenti, rapporti dominati da estraneità e violenza: donne che vivono la vita di coppia come un tunnel tenebroso senza via d’uscita, perennemente schiacciate dal quesito sull’identità del vero amore; figli che cercano affannosamente modelli da seguire convinti che l’età adulta porti un livello di consapevolezza e di serenità  circa le proprie scelte di vita, ma che spesso devono appoggiarsi solo sulle proprie forze.

E’ una generazione orfana quella a cui il romanzo d  voce, facendo emergere l’aridità di una proposta adulta, anche quella religiosa, che non sa intercettare i bisogni e le esigenze dei propri figli.

Più che un confessionale di legno posto in chiesa, dove un prete attende i giovani, sono loro ad avere un angolino delle confidenze dove attendono trepidanti qualche adulto disponibile all’ascolto.

L’incapacità di genitori e Chiesa a rispondere a queste attese viene riscontrata anche nel contesto scolastico e in una squadra calcistica in cui i ragazzi faticano enormemente a sentirsi coinvolti.

Il vuoto educativo sembra incolmabile quando emergono due figure che riscattano le delusioni vissute fino a quel momento.

Si tratta di un riscatto che non può e non vuole lasciare l’ultima parola alla rabbia, ma intende affrontare le sfide della vita reale.

Non tutto è perduto. I protagonisti sono testimoni del fatto che un piccolo germoglio di speranza, nato da relazioni significative, può  generare vita e libertà.

Al fondo del romanzo sta questa domanda: la rabbia   un pericoloso veleno che oscura ineludibilmente il destino di una persona o può diventare forza di reazione per affrontare le insidie e diventare adulti diversi da quelli che ci hanno deluso?

Alex lo scoprirà: una buona relazione, senza nemmeno accorgersene, può  salvare una vita…

Un romanzo che accoglie il grido dei giovani e fa riflettere sulle responsabilità degli adulti.

 

Manuel Mussoni è laureato in Scienze della Formazione. Ha lavorato con la Fondazione Enaip in supporto a giovani cresciuti fuori famiglia.

Da molti anni insegna religione cattolica nella scuola statale superiore. Ne “Il capitolo più bello del libro” (2016) ha raccontato le tante esperienze vissute con gli studenti, dalle lezioni in mezzo al mare in barca a vela alle convivenze di classe. Vive a Santarcangelo di Romagna insieme alla moglie Maria Pina e al figlio Diego.

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