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Santarcangelo: “Gioia e dolore”, venerdì 26 agosto la presentazione della raccolta di poesie di Marino Pracucci (Burro)

Si intitola “Gioia e dolore” il libro curato da Alfonso Marchi che raccoglie le poesie di Marino Pracucci, in arte René ma noto al grande pubblico del cinema come Burro, che sarà presentato venerdì sera (26 agosto) alle ore 21 nella piazzetta di fronte alla sede Iat (oppure, in caso di maltempo, alla biblioteca Baldini).

Alla serata, coordinata da Rita Giannini, saranno presenti Gianfranco Angelucci (regista e scrittore cinematografico), Gianni Fucci (poeta del Circal de giudéizi) e Ugo Amati (psicanalista lacaniano), autori rispettivamente dell’introduzione, della prefazione e della postfazione al volume. La presentazione – accompagnata dalle musiche dal vivo di Andrea Amati e Marco Venturini – sarà anche occasione per rivedere lo special cinematografico “E il Casanova di Fellini?” (1975), diretto da Angelucci con le sequenze in cui Tonino Guerra intervista Marino Pracucci (nel personaggio di Rino de Beurre).

Chi è Marino “Burro” Pracucci (dall’introduzione di Gianni Fucci) – Il 18 agosto 1949, in via dei Nobili, una delle vie principali delle Contrade, da Enrico Pracucci, bracciante, e da Pasqua Orioli, massaia, nacque Marino Pracucci, detto Rino, nome d’arte, “René”. Di salute cagionevole, Rino crebbe in quei luoghi miserandi, tra le mille difficoltà di una famiglia povera. Il suo carattere malinconico, col crescere degli anni, con la maturità di un giovane intelligente e fantasioso, acquisì un personalissimo tratto di esuberante ottimismo. Il suo traboccante amore per le donne, unito ad un suo bonario narcisismo, ma anche ad uno spiccato senso dell’ironia, lo portava spesso a vivere fantasticate avventure amorose. Proprio per la sua millantata abilità di seduttore, visse un momento di notorietà nazionale, grazie a Tonino Guerra che riuscì a farlo apparire alla tv, dove si esibiva divertito, nella caricaturale figura di un “gigolo” che si avvaleva, come oggetto di seduzione, di una penna di pavone. Ebbe anche l’onore di essere personificato dal grande attore Renato Pozzetto, protagonista del film “Burro”, girato all’inizio degli anni Ottanta in Valmarecchia. Amava la poesia, quindi era inevitabile che l’argomento totalizzante dei suoi versi (scritti fra il 1985 e il 1988) fosse questo straripante amore per il soggetto femminile. La sua poesia è comunque una poesia di qualità e René, come ama firmarsi, imprime ai suoi versi i battiti del suo cuore, che si traducono in sentimenti, ora ingenuamente giocosi, ora malinconici e dolenti, in una sorta di “sognato alone” di pascoliana memoria. Di qui il titolo di questa raccolta: “Gioia e dolore”. Certo, qua e là, i suoi versi non sono esenti da pecche, dovute quasi sempre alla sua esasperata ricerca della rima, che denota la sua naturale ingenuità. Infatti in certi frangenti il suo verso si annebbia un po’ nei contorcimenti di una scrittura forzata. Ma quando si lascia trasportare dall’ispirazione, i suoi versi diventano limpidi, teneri, musicali.

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