Interviene anche ANPI Alba Mini di Santarcangelo sul caso del sindaco di Pennabilli in camicia nera:
“Per Mauro Giannini, primo cittadino di Pennabilli, con la camicia nera ci si nasce e ci si muore: questo simbolo del fascismo è motivo di vanto e lustro, tanto da poter “servire la bandiera” con essa. Di conseguenza un uomo che dovrebbe rappresentare la cittadinanza e incarnare i principi della nostra Repubblica è orgoglioso di condividere un’ideologia impregnata di odio e che ha contribuito all’uccisione di milioni di persone in Italia e nel mondo. Insomma c’è veramente tanto di cui vantarsi pubblicamente sui social network! Giannini sminuisce il proprio gesto, rispondendo alle accuse con un semplice “amarezza: avevo semplicemente riassunto la mia vita in poche ore”; ma a noi sorprende che un rappresentante delle Istituzioni si sia dipinto con addosso simboli che tanto richiamano al fascismo.
Oltretutto questo episodio accade a cento anni dalla Marcia su Roma, il vile colpo di stato a cui Mussolini non ebbe nemmeno il fegato di partecipare in prima persona: il nostro territorio fin da subito manifestò la sua anima libera e antifascista, opponendosi alle squadracce di Italo Balbo prima e al regime poi, pagando il suo dissenso con le aggressioni e le uccisioni di antifasciste e antifascisti. Oggi, a cento anni da questi avvenimenti, ci troviamo un uomo che dovrebbe osservare pedissequamente la nostra Costituzione ed essere da esempio alla cittadinanza dichiararsi fieramente “camicia nera”.
Ci chiediamo se un uomo del genere sia in grado di rappresentare la nostra Repubblica e la sua Costituzione antifascista nata dalla Resistenza e invitiamo la Prefettura e tutte le Istituzioni a intervenire e ad approfondire questo accaduto estremamente grave in un Paese come il nostro.”, conclude la direzione di ANPI Santarcangelo.