L’Emilia-Romagna al primo posto in Italia per qualità dell’offerta sanitaria e capacità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione. E’ questo, in sintesi, l’esito della rilevazione del Meridiano Sanità Regional Index, elaborato per il secondo anno da The European House – Ambrosetti e presentato a Roma in occasione dell’11esima edizione del Forum Meridiano Sanità, dal titolo “Le sfide di oggi per la sanità di domani”.
Una rilevazione che assegna all’Emilia-Romagna 7,3 punti (il range è da 1 a 10); seguono la Lombardia (con 7 punti), poi Toscana e Trentino – Alto Adige.
Se poi teniamo conto del punteggio medio dei Paesi europei nell’area “Stato di salute della popolazione” dove l’Italia si trova al secondo posto preceduta solo dalla Svezia, possiamo sicuramente affermare che il sistema sanitario della nostra regione è tra i migliori d’europa.
La classifica è guidata da Svezia, Italia , Spagna, Irlanda e Francia. Agli ultimi posti si trovano Germania e Austria a posti invertiti rispetto all’anno scorso.
L’Italia in particolare, guadagna due posizioni rispetto allo scorso anno piazzandosi al secondo posto con un punteggio ben superiore alla media europea.
Nel rapporto vi sono molti altri dati di analisi per una comprensione del nostro sistema sanitario. Impossibile elencarli tutti.
Segnaliamo lo stato delle vaccinazioni in Italia e nella nostra Regione.
Il dibattito che vi è stato nelle settimane scorse trova elementi di preoccupazione sulle coperture di vaccinazione.
Infatti secondo i dati recentemente diffusi dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute , le coperture vaccinali per i programmi di immunizzazione previsti dal Piano vigente sono complessivamente in diminuzione rispetto agli anni precedenti, su tutto il territorio nazionale.
In particolare, le coperture vaccinali a 24 mesi (coorte di nascita 2013), per l’anno 2015, confermano un calo sia per quanto riguarda le vaccinazioni pediatriche obbligatorie (anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, anti-epatite B), sia per alcune delle vaccinazioni raccomandate.
Come viene scritto nel rapporto, “inevitabilmente, la riduzione delle coperture vaccinali comporta un accumulo di suscettibili che, per malattie ancore endemiche (come morbillo, rosolia e pertosse), rappresenta un rischio concreto di estesi focolai epidemici;per malattie non presenti in Italia, ma potenzialmente introducibili, come polio e difterite, aumenta invece il rischio di casi sporadici autoctoni, in presenza di importazioni di malati o portatori.”
Sebbene i dati del 2015 mostrino in generale un calo più contenuto rispetto agli anni precedenti, la tendenza alla diminuzione non si arresta, manifestando un calo di fiducia nelle vaccinazioni come strumento insostituibile di prevenzione di casi di malattia e relative complicazioni.