Charms con le immagini dell’infanzia. Quelle legate a chi è appena nato o lo ha fatto un bel po’ prima del previsto. Rappresentano una carrozzina, un cavallino a dondolo, un ciuccio o un paio di scarpine da neonato. Sono i gioielli “Marlù” creati ogni anno dalle tre sorelle Fabbri Morena, Monica, Marta, per sostenere ogni anno l’attività della “La Prima Coccola”. Realtà di volontariato attiva all’interno dell’Unità Operativa di Terapia Neonatale dell’ospedale di Rimini, diretta dalla dottoressa Gina Ancora, e che offre gratuitamente sostegno a bimbi nati pretermine e ai loro familiari.
I 10mila euro raccolti nel 2018 dalla vendita dei charm, sono stati consegnati ai volontari dell’associzione, durante l’appuntamento di Natale e fine anno a cui partecipano collaboratori e dipendenti “Marlù”. Un evento nel segno della solidarietà e ormai diventato una piccola tradizione, come spiegano le tre sorelle Fabbri: “Abbiamo scelto nostra di offrire alla Prima Coccola un sostegno costante nel tempo. Ogni 12 mesi doniamo quanto si raccoglie dagli acquisti della collezione creata solo per loro. In questo modo li aiutiamo ad avviare e gestire progetti di lungo periodo come quello dell’home visiting”.
Nel 2018, infatti, grazie ai 10mila euro arrivati nel 2017, “La Prima Coccola” ha realizzato attività di sostegno che hanno coinvolto 34 bambini, 23 famiglie e con 125 interventi di home visting. “Una nostra psicologa infantile segue neonati e familiari già nel periodo della loro permanenza all’interno dell’ospedale – ha spiegato Barbara Vannoni, una delle volontarie riminesi – e il rapporto continua anche quando i piccoli e i genitori entrano insieme a casa. La psicologa rende più semplice affrontare questo nuovo traguardo e avviarsi a una completa e serena normalità, dopo la spesso lunga degenza ospedaliera”.
“Prima che imprenditrici siamo tre donne e tre madri. Quattro anni fa ho vissuto l’esperienza di misurare di persona quanto sia importante il lavoro di quei volontari e la grande capacità umana e professionale di medici e paramedici dell’ospedale di Rimini – spiega Marta Fabbri – insieme a Morena e Monica sono convinta dell’importanza di essere al fianco di chi dona aiuto gratuito e disinteressato. Tutto ciò non solo a livello personale ma anche a livello d’impresa”.