Cerca
Home > Politica > San Marino: il caso delle telecomunicazioni. Il futuro passa per la proprietà statale della rete

San Marino: il caso delle telecomunicazioni. Il futuro passa per la proprietà statale della rete

Il 7 gennaio di quest’anno ero a San Marino nella galleria del Palazzo del Governo per assistere alla nomina del nuovo Governo da parte del Consiglio Grande e Generale eletto alle elezioni dell’8 dicembre 2019. Incredibilmente, nel comma posto al primo punto Comunicazioni, il consigliere di RETE Emanuele Santi presentava un ordine del giorno a nome della nuova maggioranza uscita dalle elezioni, in cui si chiedeva all’Azienda di Stato per i Servizi Sammarinese (AASS) di sospendere, in attesa di valutazioni più approfondite, l’erogazione di somme a NetCo, la società costituita nel 2018 per gestire servizi e rapporti con la società di telecomunicazioni cinese ZTE, di proprietà al 100% di AASS.

NetCo aveva infatti già deliberato un ordine di 12 milioni di euro a ZTE, con i voti dei soli membri della precedente maggioranza di Governo. Il consigliere Santi citava inoltre la relazione con cui Copasir, il massimo organo italiano per la sicurezza, metteva in guardia da rischi legati all’ingresso di aziende cinesi in attività di installazione, configurazione e mantenimento delle infrastrutture delle reti 5G. Il rischio era, ed è, che dati sensibili vengano carpiti e usati in maniera impropria. La nuova maggioranza chiedeva quindi tempo per valutare se proseguire nel progetto.

La mattinata del 7 gennaio se ne andò per discutere di TLC, invece di provvedere a nominare il nuovo Governo. Questo a dimostrazione di quanto l’argomento fosse “caldo”. Il ricordo più divertente di quel dibattito ce l’ho pensando all’intervento del consigliere Alessandro Bevitori della lista “Libera”, all’opposizione, stufo di tante chiacchiere intervenne dicendo “basta che qualcuno faccia funzionare sti telefoni”, viste le note difficoltà di collegamento e di colloquio telefonico esistenti oggi a San Marino.

Il ministro uscente, Andrea Zafferani della lista “Repubblica Futura”, oggi all’opposizione, lamenta lo stallo in cui da mesi sta versando il progetto. Anche se nel frattempo il Governo a febbraio aveva provveduto ad istituire una Commissione tecnica (composta da Lucio Daniele per l’Avvocatura dello Stato,  Augusto Gasperoni per l’Azienda dei Servizi, ma che è stato anche in lista per RETE e l’esperto che ha partecipato agli incontri con i cinesi di ZTE, e dall’arch. Emanuele Valli, già Direttore di AASS fino al 2018) per valutare i profili di sicurezza informatica, regolarità amministrativa e convenienza economica del progetto. La Commissione ha consegnato a fine giugno il proprio rapporto, che è stato però secretato, anche se è stato utilizzato dai due esponenti democristiani incaricati dal Governo a seguire l’intera partita (il Segretario di Stato per gli Affari esteri e le telecomunicazioni Luca Beccari e il Segretario di Stato, fra molte altre deleghe, per i rapporti con le Aziende di Stato Teodoro Lonfernini) nell’incontro con la direzione di ZTE svoltosi qualche giorno fa: un “incontro cordiale” è stato definito quello tra l’esecutivo e rappresentanti del colosso cinese delle telecomunicazioni ZTE. L’esecutivo ha fatto sapere di voler gestire la questione in un rapporto diretto con la multinazionale cinese.

ZTE è un’enorme azienda di stato cinese, grande e poco flessibile, che progetta e produce dispositivi e sistemi di telecomunicazione dal 1985. E’ Huawei, azienda cinese privata fondata nel 1987, il competitor aggressivo dei grandi gruppi americani, quella a cui il Presidente americano Trump ha dichiarato guerra. Le sue attività principali sono la ricerca e sviluppo, la produzione e commercializzazione di apparecchiature per le telecomunicazioni, e la fornitura di servizi di rete personalizzati per gli operatori di telecomunicazioni. A tutto il 2015 Huawei ha registrato oltre  50.000 brevetti; secondo l’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, in quell’anno Huawei fu la prima azienda al mondo per richieste di brevetti internazionali con 3.898 richieste.

Il Segretario Lonfernini ci ha dichiarato che il Governo vuol risolvere l’intera questione con ZTE  prima della fine dell’anno, o con un accordo che modifichi alcune situazioni contrattuali non ritenute opportune o con una risoluzione contrattuale, la meno conflittuale possibile.

Intanto ZTE ha consegnato tutto il materiale ordinato (è nei capannoni di AASS) ci ha confermato il Presidente di NetCo Matteo Casadei, ha ricevuto circa la metà della somma del contratto, ed è in attesa di capire se e quando riceverà gli altri 6 milioni circa che deve avere. E NetCo è in attesa che il Governo, a seguito degli incontri e dei possibili nuovi accordi con ZTE, riceva istruzioni su cosa fare.

In parole povere il Governo sammarinese, che attraverso AASS sta intanto finendo di cablare, posando la fibra ottica, l’intero Paese (i lavori sono affidati all’azienda COTES), vuole mantenere la proprietà degli asset telefonici e noleggiare la rete a tutti i gestori che ne facessero richiesta (oggi invece TELECOM con la sua rete in rame ha il monopolio telefonico a San Marino).

Una partita complessa, con numerosi risvolti internazionali (uomini dell’ambasciata americana si sono visti in queste settimane in Repubblica), importanti investimenti economici e aspetti tecnologici fondamentali per il futuro di San Marino. La tecnologia 5G non è solo telefonia, ma come abbiamo visto in questi mesi di COVID anche smart working nelle imprese e nelle amministrazioni, la didattica a distanza nelle scuole e nelle università, l’uso delle piattaforme per restare vicini a parenti e amici, l’accesso allo streaming tv per l’intrattenimento. Insomma un pezzo del futuro passa da qui. E San Marino, come ci ha detto il Segretario Lonfernini, lo vuole avere. Il prima possibile.

Paolo Zaghini

Ultimi Articoli

Scroll Up