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“San Marino da radere al suolo”, il comico Rossi nella bufera

“Perché Putin può mandare i carri armati in Ucraina e noi non possiamo radere al suolo San Marino?”. Le parole del comico di Forlimpopoli, Eleazaro Rossi, pronunciate durante l’ultima puntata del programma di Italia 1 ‘Le Iene’, hanno sollevato un vero e proprio polverone sul Titano.

Parole che il comico ha pronunciato in seguito al servizio mandato in onda dal noto programma tv su Antonio Tiberi, il ciclista di Frosinone residente a San Marino del quale si è parlato tanto nelle ultime settimane. Esattamente quando è stato condannato a pagare una multa di 4.000 euro per aver ucciso, con un colpo di carabina ad aria compressa, il gatto del ministro al Turismo, Federico Pedini Amati.

Un servizio nel quale il ciclista, incalzato da Nicolò De Devitiis de ‘Le Iene’, ha chiesto scusa al fianco del padre in lacrime per poi passare una giornata in un gattile della zona a prendersi cura degli animali. Fin qui tutto bene.

Poi in uscita dal servizio arrivano le parole del comico che non sono passate inosservate sul Titano. “Questa non è satira – tuona il segretario di Stato, Pedini Amati – ma un commento improprio e infelice. Parole offensive per tutta la cittadinanza. Fare una similitudine con la guerra in Ucraina è scandaloso e noi rimandiamo al mittente tali parole. San Marino è un Paese serio che professa libertà, indipendenza e che ospitò centomila rifugiati italiani”. Parole che hanno scatenato un putiferio sui social. Tanti i sammarinesi indignati.

“Si è superato il limite della tollerabilità e della decenza – dice il segretario di Stato allo Sport, Teodoro Lonfernini – Un vero e proprio attacco a San Marino dal punto di vista fiscale e dell’accoglienza che non si può accettare. Dopo quel servizio mi sono arrivate decine e decine di telefonate e di messaggi. Adesso valuteremo come comportarci. Il governo deciderà il da farsi. Per ora a questo ‘simpaticissimo’ comico dico che si sbaglia di grosso dicendo quelle cose sul nostro Paese. Un Paese ha ospitato, solo ultimamente, 400 ucraini, oltre ai 7.000 cittadini italiani che ogni giorno varcano il confine sammarinese per lavoro. A loro riconosciamo ogni tipo di diritto e di tutela”.

Da San Marino, quindi, non solo indignazione, ma non si escludono anche azioni legali.

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