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San Marino al voto, i tormenti di Libera

La campagna elettorale a San Marino è in pieno corso a poco più di due settimane dal voto dell’8 dicembre. Si susseguono gli appuntamenti con i cittadini di ogni lista, conferenze stampa, partecipazioni sulla TV sammarinese, il porta a porta dei singoli candidati, sondaggi riservati. Del resto i 288 candidati delle sei liste sono scatenati alla ricerca delle preferenze per essere fra i 60 eletti del Consiglio Grande e Generale. Sbarramento per le liste per l’accesso al Consiglio al 5%.

Gli elettori aventi diritto al voto, in questa tornata sono in totale 34.511, di cui 15.581 maschi e 18.930 femmine. Gli elettori interni sono 22.720 mentre gli esteri sono 11.791. Sono 523 i neo maggiorenni che potranno votare per la prima volta.

La lista che, da osservatore esterno, mi sembra al momento più in difficoltà è quella di Libera, l’erede di Adesso.sm, ovvero la coalizione che ha governato negli ultimi tre anni. Sottoposta ad un fuoco incrociato di accuse, in particolare dalla lista Repubblica Futura (gli ex AP) che sono quelli che hanno determinato la caduta del Governo rompendo l’alleanza in corso.

Ma Libera ha anche problemi interni, in particolare Sinistra Socialista Democratica (SSD) guidata dal segretario Alessandro Bevitori. SSD è la parte più importante della lista Libera (composta anche da Civico 10, Riforme e sviluppo e Movimento Ideali Sociali).

SSD nasce dall’alleanza di tre forze: Progressisti e Riformisti (PER) usciti dal Partito dei Socialisti e dei Democratici (PSD) nel 2016, Sinistra Unita (SU), rifondatori comunisti nati nel 2005, e da LabDem espressione dell’ex Segretario alle Finanze Simone Celli, dimessosi il 10 ottobre 2018 dopo un feroce scontro con Roberto Ciavatta, leader del Movimento R.E.T.E. all’opposizione.

Nel processo di frantumazione dei partiti sammarinesi la lista Libera è la più coinvolta. E i SSD ne stanno pagando il prezzo maggiore. Oggi è uscita una dichiarazione pubblica di Area Democratica che è questo nuovo raggruppamento nato dentro SSD. Lo firmano esponenti importanti: Enrico Carattoni (figlio di Tonino, ex leader del PCS), ex Capitano Reggente; Vanessa D’Ambrosio, ex segretaria di SU, ex Capitano Reggente; Augusto Michelotti, Segretario al Territorio del Governo uscente nonché ex leader dell’Associazione Micologica che raggruppava i verdi sammarinesi; Fabrizio Francioni, Stefano Spadoni e Michele Guidi.

Cosa viene detto in questa dichiarazione: i firmatari spiegano perché hanno rifiutato di candidarsi nella lista Libera per le prossime elezioni. E sono motivazioni pesanti: “La decisione, non è stata un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di un percorso, un dialogo costante ma non facile con il nostro Partito, Sinistra Socialista Democratica, nel quale abbiamo posto criticità e dubbi sulle scelte fatte negli ultimi mesi”.

E ancora: “Più in generale, il percorso con il quale è stata formata la lista di Libera, non è stato sufficientemente condiviso e, a nostro avviso, sarebbe stato più opportuno chiarire per tempo alcuni principi fondamentali, su tutti quello dell’identità e della collocazione politica; temi che a nostro avviso devono essere condivisi da tutti i candidati di una stesa forza per poter poi chiedere il consenso e il sostegno ai propri cittadini. Confermiamo quindi che la nostra scelta è stata esclusivamente politica e non dettata da non meglio specificati impegni personali”.

Provando a tradurre in concreto, la divisione è avvenuta sulle possibili alleanze future: la maggioranza del gruppo dirigente di SSD avrebbe già firmato un possibile accordo con il PDCS per il dopo elezioni, mentre gli esponenti del gruppo Area Democratica non condividono questa scelta e avrebbero preferito riallacciare l’alleanza con Repubblica Futura. Ricordiamo che nel 2016 l’alleanza di Adesso.sm era nata per mandare a casa i democristiani, responsabili per i più di ogni guaio sammarinese.

Alcuni passi verso l’alleanza con il PDCS, oggi ancora all’opposizione, del resto in questi ultimi mesi Adesso.sm (oggi Libera) li aveva già fatti, come l’elezione a Capitano Reggente l’1 ottobre dell’esponente democristiana Mariella Mularoni.

Il programma dello SSD (nella parte prima “Proteggere il Paese”) contiene un passaggio criptico, in politichese, ma guardando una serie di fatti può essere letto in questa direzione: “A tal fine Libera proporrà che la prossima legislatura venga gestita da un governo di scopo che basi la sua azione sulla stabilità politica per il tempo necessario a realizzare le riforme attraverso una piena condivisione sociale”.

Governo di scopo, tempo necessario, riforme. Temi trattati anche nella conferenza stampa di Libera dell’11 novembre in cui si affermava che erano “gli unici in grado di risollevare il Paese”. Questa sequenza di cose ha provocato una vivace reazione di molti esponenti delle altre liste, anche quella della lista E’lego, di solito molto tranquilla: “Scorrendo i quotidiani sammarinesi del 12 novembre scorso (…) quello che ha colpito il lettore è stato il titolo: ‘Gli unici in grado di risollevare il Paese’ e sotto i faccioni dei quattro rappresentanti in conferenza. Guardandoli bene si riconoscevano rappresentanti di Civico 10 e di SSD con una spruzzatina di RES e un pizzico di MIS. La reazione è stata immediata: incredibile ma vero! Si, perché si trattava dei rappresentanti dei 2/3 del defunto Governo protagonista in questi ultimi tre anni di maldestre iniziative che hanno trascinato il Paese nella disastrosa situazione attuale, che ora si ripropongono alla guida di San Marino perché, a detta loro, sono ‘gli unici in grado di risollevare il Paese’, che, aggiungiamo noi per completezza di informazione, hanno però affossato con il loro Governo”.

Insomma i sammarinesi avranno ancora qualche settimana per decidere quale lista votare. Ma sono sempre più convinto che il vero film lo vedremo dopo il risultato elettorale, quando si tratterà di formare il nuovo Governo sulla base dei numeri (che ad oggi sembrano molti complicati) che usciranno dalle urne.

Paolo Zaghini

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