Originale e curiosa è la proposta per la seconda serata del Festival di San Leo. Protagonista del concerto è l’ocarina o meglio le ocarine perché sette saranno i musicisti che daranno fiato alle sue diverse tipologie (Settimino). L’ocarina è un flauto globulare di terracotta, la cui realizzazione nella forma definitiva si deve, circa alla metà dell’Ottocento, a Giuseppe Donati (Budrio, 2 dicembre 1836-?). Intorno al 1866 Donati costituì la prima formazione come Quintetto dal nome Il concerto delle ocarine, che poco dopo si trasformò in Settimino, avviandosi verso una fama sempre più vasta e riscuotendo ovunque un notevole successo: Berlino, Vienna, Londra, Parigi, New York e la corte degli Zar. Il repertorio composto appositamente per questo insieme era costituito da ballabili e trascrizioni operistiche (Barbiere, Traviata, Trovatore…), che lasciarono entusiastici ricordi nel pubblico e nella critica. Il Concerto delle ocarine “ri-nasce” nel 2000 col nome dell’omonimo gruppo ottocentesco. Il Settimino che si esibirà a San Leo è costituito da professionisti di varia formazione (tromba, oboe, flauto dolce, sassofono, cornetto), che svolgono un’intensa attività artistica in prevalenza nel campo della “musica antica”. Il concerto delle ocarine ha inaugurato la Collezione Tagliavini presso il Complesso di San Colombano (Bologna) e si è esibito nella rassegna dei “Concerti al Cenacolo” (L’Homme Armé, Firenze), al “Festival Internazionale di Budrio” (Bologna) e al “Jeong Yul Seong Festival 2013” di Gwangju (Corea del Sud). Ha partecipato a programmi radiofonici come “La stanza della musica” (RAI3).
Il concerto ha un secondo titolo dedicato alle celebrazioni federiciane che caratterizzano l’edizione 2022 del Festival di San Leo: La presa di San Leo. Come, infatti, durante una notte scura del lontano 1441 Federico riuscì con furbizia e grande audacia a impossessarsi dell’imprendibile Rocca di San Leo, così nella notte delle ocarine la musica conquisterà l’austera Fortezza pontificia.