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San Giovanni in Marignano ha celebrato la Giornata del 4 novembre

San Giovanni in Marignano ha celebrato la Giornata del 4 novembre in cui il sindaco ha accolti i partecipanti con un sentito discorso.

“Buongiorno a tutte e tutti e benvenuti, è bello poterci ritrovare in questa piazza – dichiara il primo cittadino – . Sono per prima cosa a rivolgere il più cordiale saluto, a nome del Comune di San Giovanni in Marignano, alle autorità civili, militari e religiose, ai referenti dell’Associazione Reduci e Combattenti, di Anpi, ai rappresentanti di tutte le Forze Armate e dell’Ordine Pubblico, al Corpo Bandistico, alle Associazioni e realtà marignanesi e a tutti Voi concittadini intervenuti.

Oggi siamo qua per celebrare e ricordare il 4 novembre. Quest’anno sono quattro gli anniversari legati a questa giornata: il 4 novembre 2021 abbiamo infatti celebrato 160 anni dall’Unità d’Italia, 150 di Roma capitale, 100 anni dal trasferimento del Milite ignoto al Vittoriano, 75 anni della Repubblica. Oggi mi fa particolarmente piacere sottolineare la ricorrenza dei 100 anni dal trasferimento del Milite ignoto al Vittoriano.

Faccio mie le parole del nostro Presidente Sergio Mattarella. “Alla fine del primo conflitto mondiale il Parlamento approvò la legge n.11 agosto 1921, n. 1075 per la sepoltura in Roma sull’Altare della Patria della salma di un soldato ignoto caduto in guerra. La commissione appositamente costituita per la individuazione dei resti mortali di quello che sarebbe diventato il milite ignoto, compì ogni possibile sforzo affinché non fosse possibile individuare la provenienza territoriale del caduto prescelto e neppure il reparto della stessa forza armata di appartenenza, perché l’unico requisito inderogabile doveva essere quello della sua italianità. Questo elemento di assoluta indeterminatezza consente ancora oggi a tutti gli italiani di poter identificare un proprio caro disperso in guerra in quel militare sconosciuto che il 4 novembre 1921 fu solennemente tumulato presso il tempietto dell’Altare della Patria al Vittoriano.

La decisione di onorare la salma di un caduto senza nome e, idealmente, così, di tutti coloro che non avevano trovato nemmeno la consolazione di una tomba, pose in luce l’unità del Paese in un momento difficile, unendo, in un sentimento di rispetto e di dolore, i diversi atteggiamenti che avevano caratterizzato la società italiana di fronte alla guerra.

Erano trascorsi tre anni da Vittorio Veneto, e le fratture, le divisioni, le ferite aperte nella popolazione, sempre più consapevole e impaurita dagli immani effetti provocati dal conflitto, non accennavano a rimarginarsi. Un dolore silente e raccolto unì, in quel momento, il Paese, con rinnovata speranza nel futuro. In quella triste bara le famiglie vedevano il proprio figlio, padre, fratello, atteso invano e mai più tornato a casa, spesso senza neanche una tomba, un luogo dove poter piangere. L’Italia fu la prima nazione a istituire una giornata per commemorare la fine della Grande Guerra, significativo pur se implicito invito a una riflessione sul conflitto”.

Il 4 novembre segna infatti per noi, oltre che il ricordo per la fine del Primo conflitto mondiale, il giorno dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Teniamo molto a questa ricorrenza e crediamo particolarmente a questi temi: pace, unità e comunità sono concetti che vorremmo caratterizzassero sempre la nostra azione amministrativa e la vita quotidiana di ogni cittadino. Facciamo spesso appello all’unità e ci impegniamo ogni giorno per creare occasioni di incontro e partecipazione, impegnandoci nel prestare attenzione a tutti e mantenendoci sempre in ascolto e disponibili al confronto.

Crediamo sia fondamentali che la comunità si interroghi, si confronti, sia consapevole delle opportunità, ed abbia anche il desiderio di incidere sulla vita del nostro paese con atti e gesti concreti. L’unità si costruisce con la partecipazione, ma ancora prima con la consapevolezza. Negli ultimi due anni così difficili questi temi sono stati davvero ricorrenti: solo stringendoci siamo riusciti ad affrontare questa terribile emergenza che ci ha sconvolti. Anche nei giorni più dolorosi è stato davvero significativo percepire una comunità presente e tanti volontari, cittadini, associazioni, commercio cooperare ed impegnarsi per uscire da un momento davvero buio.

Essere qua, ritrovarci, parlare ancora una volta di comunità, mi rende davvero riconoscente verso tutti voi, per i sacrifici che avete messo in campo nella difficoltà, per l’impegno profuso e per il senso di responsabilità che ci hanno contraddistinto in questo tempo. Sono sempre più convinto che alla base della nostra ripresa stia il nostro impegno a camminare uniti e costruire insieme il futuro, facendo memoria del passato. Oggi che parliamo di Unità non posso che ringraziarvi per la vostra presenza, che mi ha sempre fatto sentire sostenuto.

Ringrazio i tantissimi volontari ed Associazioni per l’attivismo autentico e l’impegno che ogni giorno mettono in campo con dedizione. La loro presenza sostiene le nostre idee e mette a servizio della comunità competenze ed opportunità. Un particolare e sentito ringraziamento a tutti coloro che ci hanno accompagnato e sostenuto ogni giorno e con ancora maggiore fermezza nell’emergenza: in primo luogo le Forze dell’Ordine e con loro tutti coloro che si adoperano quotidianamente per la nostra tutela e la sicurezza.

Prima di concludere mi fa piacere sottolineare con voi alcuni segni che abbiamo cercato di mettere in campo in questi mesi. Il Consiglio comunale, con deliberazione n. 39 del 29/07/2021, ha conferito la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, di cui potete ammirare alle mie spalle il Monumento, riconoscendo così la “paternità” del Soldato che per cent’anni è stato volutamente ignoto e che è diventato così oggi Cittadino d’Italia.

Come noi, infatti, hanno fatto numerosi Comuni italiani. Approfitto dunque per ringraziare i promotori dell’iniziativa, ossia il segretario generale dell’Anci, che ha agito su proposta del gruppo delle Medaglie d’oro al valore militare d’Italia e la Legione Carabinieri della Regione Emilia Romagna, nonché la Tenenza di Cattolica.

Con questa deliberazione abbiamo voluto rappresentare la nostra appartenenza: quel soldato scelto come di “nessuno” è divenuto “di tutti”, simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e successivamente di tutti i caduti per la Patria. Questo segno è stata l’occasione per rendere omaggio a quanti hanno dato la vita durante i conflitti armati del Novecento, lottando per la libertà, la democrazia e per il valore della fratellanza che oggi, più che mai, deve essere rinnovato e promosso soprattutto tra le nuove generazioni, mantenendo sempre vivo l’impegno per la pace e il dialogo fra i popoli.

Un altro segno che forse avrete già notato: il nostro Municipio da alcuni mesi si colora con la bandiera italiana. Siamo fieri di rappresentare in questo modo la nostra appartenenza e l’orgoglio di essere italiani.

Tra poco ci sposteremo al Cimitero dove potremo ricordare anche le persone che ci hanno lasciato a causa del Coronavirus: una comunità deve sempre impegnarsi a fare memoria e dare valore al dolore di ciascuno, cercando occasioni comuni di ricordo. Anche il dolore più grande, se condiviso, può essere più sostenibile e trovare un senso più grande. Abbiamo per questo piantato un ulivo centenario ed oggi presenteremo la lapide ricordativa. Ci tenevamo a lasciare un segno tangibile e durevole di un periodo che ci ha segnato fortemente, ma che abbiamo affrontato insieme, con la caparbietà, ma anche il coraggio, l’amore e la capacità di unione che ci caratterizza.

In questo ultimo anno ci siamo impegnati per coinvolgere sempre più le nuove generazioni nella partecipazione alla vita della comunità. È bello vederli presenti oggi e pronti a condividere con noi valori e sentimenti. Loro sono il nostro futuro: il nostro impegno deve essere dunque sempre più profuso per aprire opportunità ed occasioni rivolte a loro. Ci stiamo particolarmente impegnando per questo.

Ora leggeremo alcune poesie che raccontano il conflitto mondiale, ma anche il dolore di chi ha perso una persona cara per rendere insieme onore ai valori di UNITÀ, di CONDIVISIONE, PARTECIPAZIONE e di SENSO CIVICO. Poi daremo lettura dell’elenco dei caduti marignanesi.

Infine alcuni ringraziamenti. Ringrazio aps Pro Loco, in particolare Samuele, Yoro e Arcangela che daranno voce alle poesie che abbiamo scelto. Grazie a tutte le realtà che hanno scelto di esserci. Ringrazio in particolare il Corpo Bandistico: è un piacere esserci ritrovati. Un grazie speciale a don Piero per la sua presenza: una comunità si rafforza quando tutti, ciascuno secondo le proprie attitudini e ruolo, camminano fianco a fianco. Ci stiamo impegnando per questo e trovare tanta disponibilità ed accoglienza da parte di tutti è davvero importante. Grazie davvero a tutti. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia”.

Inoltre il sindaco ha pronunciato un discorso mentre scopriva la lapide in ricordo delle vittime del Covid:

“Il 18 marzo 2021 è stata istituita la Giornata Nazionale dedicata alle vittime del Covid. E’ stato scelto a livello nazionale il giorno del 2020 in cui una lunga scia di camion è partita da Bergamo per portare i defunti in altri Comuni. È stato un giorno davvero simbolico e tragico. Nessuno di noi può dimenticarlo. In quella giornata infatti ci siamo resi conto, forse per la prima volta, di quanto il virus fosse pericoloso. Abbiamo iniziato a capire che le nostre vite sarebbero cambiate. Ne è passata di strada da quel giorno, ma quelle immagini restano negli occhi e nel cuore di tutti.

L’Amministrazione comunale non poteva lasciare trascorrere questa data senza fare memoria. Anche a San Giovanni in Marignano il Covid-19 ha causato tante vittime e dolore. Molte persone hanno visto cambiata la loro vita. Tutta la comunità ha lottato, faticato e sofferto. Avevamo il desiderio e sentivamo forte la necessità di dare valore a tutto questo.

Per questo a marzo abbiamo piantato un ulivo secolare che rappresenta la vita, la speranza, ma anche la pace. Abbiamo scelto il Cimitero capoluogo, un luogo legato alla memoria dei cari, così che chiunque si rechi qua possa a sua volta fare memoria delle persone che ci hanno lasciato per il coronavirus.

Oggi presentiamo questa lapide per ricordare e lasciare un segno di questa immane tragedia che ha coinvolto la comunità tutta. Facciamo memoria per sostenere il dolore delle persone, per condividere la fatica e la disperazione. Facciamo memoria per fare comunità. La comunità tutta oggi si stringe al fianco di chi è nel dolore per sostenerlo ed accompagnarlo. Cercheremo di non fare mai mancare la nostra presenza ed il nostro sostegno: con la forza della roccia e la capacità che hanno le piante di rinnovarsi e fiorire sempre regalando fiori e frutti”.

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