La prossima Domenica ci sono davvero tanti validi motivi per recarsi a San Giovanni in Marignano.
L’iniziativa Doni.Amo Cultura abbraccia tre momenti; da un lato l’ultimo appuntamento della rassegna ITINERARI LETTERARI che verrà straordinariamente conclusa da Dacia Maraini, dall’altra il quarantesimo compleanno della Biblioteca Comunale e l’adesione all’iniziativa nazionale della Giornata del Dono, alla sua quinta edizione a San Giovanni. Quest’ultima ricorrenza ha l’obbiettivo di valorizzare, sostenere e promuovere il volontariato in tutte le sue forme, come realtà ed esperienza che arricchisce le persone, la comunità e il paese. San Giovanni è nota per l’importante apporto del mondo dell’Associazionismo e volontariato nella realizzazione di progetti, eventi ed iniziative ed è stato uno dei primi Comuni romagnoli ad aderire a questo simbolico appuntamento.
L’evento avrà inizio alle 16 presso l’Arena Spettacoli in Via Fosso del Pallone, partendo dal momento dedicato all’Associazionismo e alla Biblioteca Comunale, per poi introdurre al contributo della grande scrittrice Dacia Maraini che, nel suo intervento, parlerà anche del suo ultimo libro.
In occasione della giornata verrà anche comunicata la destinazione dei fondi della Giornata del Dono dello scorso anno, raccolta che si è realizzata a favore di Mondo Donna onlus per supportare con materiali di prima necessità donne e bambini ospiti della Casa Rifugio.
“Abbiamo scelto, come titolo dell’iniziativa, Doni.Amo Cultura – specifica l’Amministrazione comunale – perché questa frase condensa in sé l’essenza di un momento molto denso di significato. La Biblioteca Comunale dona cultura, rendendola accessibile a tutti e creando momenti di condivisione della stessa, come avviene con la rassegna ITINERARI LETTERARI. Allo stesso tempo il volontariato, nella sua esperienza ed esempio, concorre nella formazione dell’individuo, sviluppando le sue competenze e creando consapevolezza del proprio ruolo nella società. Una personalità, una mente ricca e aperta, protagonista degli anni più intensi della cultura del ‘900, come quella di Dacia Maraini è sicuramente la migliore compagnia e il più grande stimolo nel rendere onore a questo appuntamento. Donare per la comunità marignanese è elemento fondante ed intrinseco e, anche se la Giornata del Dono non si può attuare nella sua modalità più canonica, avremo con noi l’importante presenza dell’Associazionismo, ma soprattutto una testimone d’eccezione, dalla quale ricevere preziosi spunti e stimoli per la nostra Comunità. Ringraziamo Emiliano Visconti che in questo anno complesso ha saputo dare voce e realizzazione al grande desiderio di promuovere e diffondere CULTURA”.
Accesso dalle ore 15.30. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per accedere è necessaria la mascherina.
Dacia Maraini
Dacia Maraini nasce a Fiesole (Firenze). La madre Topazia appartiene ad un’antica famiglia siciliana, gli Alliata di Salaparuta. Il padre, Fosco Maraini, per metà inglese e per metà fiorentino, è un grande etnologo ed è autore di numerosi libri sul Tibet e sull’Estremo Oriente.
La famiglia Maraini si trasferisce in Giappone nel ’38 poiché il padre porta avanti uno studio sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione stanziata nell’Hokkaido.
Nel ’43 il governo giapponese, in base al patto d’alleanza cha ha stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò. Poichè i due rifiutano, vengono internati insieme alle tre figlie in un campo di concentramento a Tokyo. Lì patiscono due anni di estrema fame e vengono liberati, soltanto a guerra finita, dagli americani. Nella sua collezione di poesie “Mangiami pure”, del 1978, la scrittrice racconterà delle atroci privazioni e sofferenze di quegli anni.
Rientrati in Italia, i Maraini si trasferiscono in Sicilia, presso i nonni materni, nella villa Valguarnera di Bagheria, dove le bambine cominciano gli studi. Qualche anno dopo la famiglia si divide: il padre va ad abitare a Roma, lasciando a Palermo sua moglie e le tre figlie che frequentano le scuole in città. Per Dacia sono gli anni della prima formazione letteraria, ma soprattutto del sogno di una fuga che però arriva soltanto al compimento del diciottesimo compleanno, con la decisione di andare a vivere a Roma con il padre. Qui prosegue il liceo e per guadagnare si arrangia facendo l’archivista, la segretaria, la giornalista di fortuna. A ventuno anni fonda, assieme con altri giovani, la rivista letteraria «Tempo di letteratura», e comincia a collaborare, con dei racconti, a riviste quali «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Mondo».
Nel 1962 pubblica il suo primo romanzo, “La vacanza”. Intanto si sposa con Lucio Pozzi, pittore milanese da cui si divide dopo quattro anni di vita comune e un figlio perso poco prima di nascere.
In questi anni Dacia Maraini comincia a occuparsi anche di teatro. Fonda, assieme ad altri scrittori, il Teatro del Porcospino, in cui si rappresentano solo novità italiane, da Gadda a Parise, da Siciliano a Tornabuoni. Proprio in questo periodo incontra Alberto Moravia, che nel 1962 lascia per lei la moglie e scrittrice Elsa Morante: i due vivranno insieme a lungo, fino ai primi anni Ottanta.
Nel ’73 fonda assieme con L. Leone, Francesca Pansa, Mariola Boggio e altre, il “Teatro della Maddalena”, gestito e diretto da donne. Lei stessa scrive molti testi teatrali.
Un altro romanzo viene pubblicato nel ‘72, “Memorie di una ladra”: Monica Vitti ne ricava uno dei suoi film più riusciti. L’anno successivo esce “Donna in guerra”, poi tradotto, come quasi tutti i suoi libri, in molte lingue. Nell’80 è la volta di “Storia di Piera”, scritto in collaborazione con Piera degli Esposti: Marco Ferreri ne ricaverà un fortunato film con Marcello Mastroianni.
Nel ’90 esce “Lunga vita di Marianna Ucrìa”, che vince il Campiello e altri prestigiosi premi, e ottiene un enorme successo di critica e pubblico. L’anno successivo escono la raccolta di poesie “Viaggiando con passo di volpe” e il libro di teatro “Veronica, meritrice e scrittora”. Nel ‘93 è la volta di “Bagheria”, un appassionante viaggio autobiografico nei luoghi d’infanzia, e“Cercando Emma”, che ripercorre la vicenda del romanzo Madame Bovary di Flaubert per capire il suo fascino e svelarne il mistero. Nel ‘94 il romanzo “Voci”, anch’esso vincitore di molti premi letterari, offre una nuova interpretazione sul tema della violenza sulle donne.
I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell’infanzia sono ancora al centro delle sue opere successive: il breve saggio sulla modernità e sull’aborto “Un clandestino a bordo” (1996), il libro intervista “E tu chi eri?” (1998) e la raccolta di racconti sulla violenza sull’infanzia “Buio” (1999, vincitore del Premio Strega). Ancora estremamente prolifica, Dacia Maraini viaggia attraverso il mondo partecipando a conferenze e prime dei suoi spettacoli.