Lo stop giunto da Bruxelles per il salvataggio della banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, continua a generare fibrillazioni, anche se ieri l’intervento del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha contribuito a raffreddare la tensione. Dopo le pesanti perdite in borsa di tutti i gruppi bancari italiani, oggi si manifestano segnali di recupero. E proprio questo allarme potrebbe sollecitare un nuovo intervento di sistema.
Ma resta sul tavolo anche l’altra ipotesi, come scrive di nuovo il Corriere della Sera: “Dirottare sulle venete i 750 milioni del Fondo interbancario destinati alle Casse di Rimini, Cesena e San Miniato. Una cifra che sarebbe vicina ai 7-800 milioni di capitale in più a cui si sarebbe ridotta la richiesta Ue, oltre ad essere una soluzione a portata di mano, che va definita in fretta. Se non bastasse la richiesta di una settimana che si dice abbia avanzato l’Ue, l’emergenza è dimostrata dall’altalena dei bond delle due banche”.
Intanto, a Rimini, corre voce che seconda convocazione dell’assemblea di Banca Carim, programmata per martedì 30 maggio alle 16.30, potrebbe essere rimandata a giugno.
Nei giorni scorsi si è anche constatato che il fondo internazionale JC Flowers non ha rilanciato la sua offerta per acquisire Carim. Pertanto l’unica trattativa ancora in campo è quella con Credite Agricole, attraverso la controllata Cariparma.