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Nei prossimi mesi, nella città di Rimini, ci sarà un grande fermento con l’insediamento di una nuova amministrazione a cui, già da oggi, auguriamo buon lavoro, con l’auspicio che sia occasione per concentrarsi su tematiche care ai cittadini riminesi.
A seguito degli eventi pandemici e delle sue conseguenze, auspichiamo che la salute ed il lavoro siano delle tematiche prioritarie che, vedano delle solide basi progettuali, nel più breve tempo possibile.
La pandemia lascerà macerie nel mondo del lavoro riminese, sia per l’elevato numero di contagi che per le ricadute su di una economia locale, basata principalmente sui servizi e sul turismo. I vari interventi governativi che, per ragioni di sicurezza e tutela della salute, hanno limitato pesantemente gli spostamenti sul territorio nazionale per la maggior parte dell’anno passato e in corso, hanno avuto e continueranno ad avere ripercussioni pesantissime su questi settori. Non possiamo dimenticare infatti, che se anche ci sono state delle maggiori aperture al turismo nei mesi estivi, queste sono state fortemente limitate e non sono potute proseguire nei mesi autunnali ed invernali.
Come noto, il settore turistico si fonda su contratti di lavoro che possiamo definire fragili, perché prevalentemente di natura temporale, nel migliore dei casi stagionale, che sono stati decisamente ridotti nella quantità e nella durata.
Inoltre, parallelamente al settore turistico, hanno drammaticamente risentito coloro che operano nei settori dei servizi definiti non essenziali ed in particolare modo concentrati sulla cultura, sullo svago ed il tempo libero, la ristorazione e lo sport.
Sappiamo poi quanto sia stato colpito più in generale il mondo delle partite IVA, degli autonomi, dei lavoratori delle cooperative ed i lavoratori frontalieri che hanno risentito in primis delle conseguenze della pandemia sul territorio di San Marino.
A questo bisogna aggiungere come, il gap occupazionale tra donne e uomini, sia particolarmente pronunciato sul nostro territorio, con l’ulteriore aggravante che il lavoro femminile è già di per se soggetto ad una ingiusta retribuzione mediamente inferiore.
Per quanto si sia cercato di intervenire, nel corso del 2020 a livello nazionale, con ammortizzatori sociali che alleggerissero le pressioni su queste categorie di lavoratori, sappiamo che gli interventi fino ad ora adottati sono insufficienti, in particolare su un territorio come il nostro che vede una percentuale così elevata a vario titolo di lavoratori autonomi o dipendenti sfruttati, precari, sottopagati e irregolari.
Inoltre, il perimetro del lavoro manifatturiero, come alcune crisi aziendali in corso testimoniano, riduce ulteriormente il numero dei lavoratori a tempo indeterminato.
Nel futuro, il rischio maggiore è di vedere affrontare, la suddetta problematica, con strumenti ridotti e depotenziati da un decennio di politiche liberiste, in particolare dal jobs act, e che hanno conseguentemente consegnato parte di questo popolo alle forze sovraniste e populiste.
Rimini può permettersi tutto questo?
Può una amministrazione, quella che in futuro prenderà in consegna le chiavi della città, fare qualcosa per arginare e sostenere il lavoro e la sua dignità?
Noi auspichiamo in una risposta positiva, ma sappiamo che, organizzazione e progettualità, devono essere le basi fondanti per un cambiamento.
Per questo invitiamo, chi oggi si candida alla futura amministrazione a:
– Farsi promotore di proposte di forme di vero sostegno al reddito per i lavoratori stagionali, atipici, precari;
– Istituire un cabina di regia, con le parti sociali, per affrontare le situazioni di crisi, per favorire lo sviluppo di una economia reale sostenibile, per misurare gli impatti sociali e ambientali,adottando stringenti criteri di selezione degli appalti;
– sviluppare politiche di integrazione e contrasto alle diseguaglianze che sono la base dello sfruttamento e delle persone più fragili;
– Erogare contributi pubblici ai lavoratori autonomi e alle imprese, in regola con i contratti di lavoro e la contribuzione fiscale, al fine di salvaguardare le imprese sane del nostro territorio e ostacolare il fallimento delle attività che al termine della pandemia torneranno ad essere il cuore pulsante della nostra terra;
– Contrastare l’illegalità, incentivando i controlli sul lavoro irregolare e sull’evasione fiscale e contributiva;
-Combattere la corruzione nella pubblica amministrazione e istituire una unica centrale di stazione appaltante;
– Valorizzare il lavoro pubblico, che la pandemia ha dimostrato fondamentale, a partire dai lavoratori della sanità, del sistema educativo e della riscossione dei tributi.
Noi crediamo che proprio in un periodo così buio, sia fondamentale distinguerci come abbiamo sempre fatto con impegno e determinazione affinché sia possibile rinascere dalle ceneri, con un programma chiaro e forte che metta i cittadini e il lavoro al centro della ripartenza.
Per aderire : pagina Facebook del MCOI ( Manifesto Contro l’Odio e l’Ignoranza ) o scrivendo all’indirizzo
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