Sabato 19 maggio 2018, alle ore 21.00, il quartetto Le Violette, terrà un concerto lirico nella Chiesa di San Biagio Vescovo e Martire di Saludecio (Santuario di Santo Amato).
Il gruppo vocale Le Violette è di recente costituzione ma ha già ottenuto dei meritati successi con le esibizioni alla Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Rimini, alla Chiesa di Santa Maria ad Auditore e di recente al Santuario del Santissimo Crocifisso di Longiano.
Le Violette nascono dalla comune passione verso il bel canto che quattro signore riminesi, Luana Baldacci, Anna Gorrieri, Enrica Guagnini e Luisa Neri insieme alla maestra Annalisa Lotti, hanno coltivato negli anni, attraverso lo studio e la partecipazione a prestigiosi cori lirici.
Il loro repertorio spazia da brani sacri a quelli del melodramma italiano, annoverando le celebri “Ave Maria” di Schubert e di Gounod, all’aria “O mio babbino caro” di Puccini, fino a prove solistiche di Monteverdi, Vivaldi e Donizetti, ovviamente il tutto intercalato da brani musicali con gli storici organi custoditi nelle chiese ospitanti.
Il concerto s’inserisce nel quadro dei progetti che il direttore del Museo di Saludecio, arch. Marco Musmeci, realizza per della conoscenza di Santo Amato Ronconi e la diffusione dei suoi valori ecumenici e che -per l’esposizione “Confronti d’Arte. Da Battistello Caracciolo una copia del San Giuseppe con Gesù Bambino”- hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento internazionale d’iniziativa culturale meritevole per l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.
Per festeggiare Santo Amato Ronconi – la cui commemorazione è stata l’8 maggio – e la prestigiosa attestazione concessa per il tramite del Coordinamento nazionale dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018, dalla Commissione Europea, dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea, sarà la musica d’organo e di violino insieme a Le Violette ad accompagnare il pubblico in una serata tra storia, arte e bel canto.
Il Museo di Saludecio e del Beato Amato è un museo di storia locale e arte sacra, principalmente legato alla figura di Santo Amato Ronconi (1226-1292).
Nato nel 2001 dalla volontà della Parrocchia di San Biagio Vescovo, dal Comune di Saludecio e dalla Comunità saludecese, si trova in un luogo particolarmente significativo per la storia cittadina: è difatti ospitato nell’antico bastione malatestiano adiacente alla medioevale Porta Marina ed è annesso al Santuario di Santo Amato. E’ ordinato in due sezioni principali: la prima racconta la storia di Saludecio e delle sue espressioni artistiche, mentre la seconda è dedicata a Santo Amato Ronconi, canonizzato da Papa Francesco il 23 novembre 2014; fanno inoltre parte del percorso museale anche la sacrestia e la cripta della Chiesa parrocchiale.
La storia di Saludecio è sintetizzata nel vestibolo/lapidario dall’esposizione di alcuni reperti archeologici di età romana (tra i quali si segnala l’ara dedicata al dio Silvano del I sec. d.C.) e da altro materiale lapideo appartenente ad epoche diverse (come il rilievo del “Cristo in pietà” del XVII secolo).
L’arte è invece testimoniata da una quadreria del Seicento unica per la sua elevata qualità e che allinea alcuni capolavori di Guido Cagnacci quali il naturalista “San Sisto Papa” del 1627 e “La processione del Santissimo Sacramento”, scenografica rappresentazione del 1628; di Claudio Ridolfi con la pluriepisodica “Decollazione di San Giovanni Battista” del 1620 circa; e di Giovan Francesco Nagli detto il Centino con la grande pala d’altare raffigurante “I Santi Antonio Abate e Antonio da Padova in adorazione di Gesù Bambino” della metà del XVII secolo. Le opere esposte rimandano ai rapporti artistici tra Romagna e Marche, che hanno fatto di Saludecio un’importante centro culturale e che, anche per l’apporto di celebri artisti forestieri, ha generato figure locali che si sono espresse con esempi notevoli, nella pittura, nella scultura e nell’arte incisoria -si pensi a Sante Braschi del quale sono custodite nel Museo numerose creazioni-. Sempre in questa prima sala poligonale, sono poi allestiti oggetti di suppellettile ecclesiale che raccontano della presenza di ben cinque confraternite e dei due conventi che furono soppressi sotto il dominio napoleonico.
La vita e le opere di Santo Amato Ronconi e la devozione verso la sua figura, sono il tema della seconda sala. Qui sono allestiti dei dipinti che narrano dei sui miracoli e delle rare matrici e stampe che reinterpretano i medesimi temi in secoli diversi. Si segnala quale oggetto estremamente singolare, una tavola con 12 pannelli pirografati del XV secolo, che in origine era la copertura del sarcofago in cui sono state riposte per lungo tempo le spoglie del Santo; nelle scene intagliate sono raffigurati episodi noti della vita terrena di Amato Ronconi e altri fatti non ancora decifrati ed inoltre, una suggestiva veduta di Saludecio. Il culto verso il Santo si era diffuso già dal XIII secolo e senza interruzione è giunto a noi: lo testimoniano gli oggetti ed ex voto che i devoti hanno fatto dono al Santuario e, quasi in forma di curiosità, anche uno zucchetto di Papa Francesco.
In occasioni di mostre temporanee e al di fuori degli orari delle funzioni religiose, è visitabile su richiesta, la sacrestia e la cripta, quest’ultima è un ambiente sotterraneo neoclassico di particolare armonia, decorata con dei rilievi a stucco di Antonio Trentanove.
Complementare alla visita del Museo è quella alla settecentesca Chiesa parrocchiale di San Biagio Vescovo, dove si trovano altre opere d’arte e nella cappella a lui dedicata, il corpo incorrotto di Santo Amato Ronconi (1226-1292).
Da Pasqua e per tutta l’estate, è esposta la piccola tela raffigurante “San Giuseppe con Gesù Bambino” (copia da Battistello Caracciolo), che portatrice di messaggi di solidarietà è stata insignita del riconoscimento “Anno Europeo per il Patrimonio Culturale 2018”.