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Sadegholvaad-Bellini: Per le spiagge ci vuole una nuova legge coerente con le norme Europee

“Da una parte c’è un Comune – Rimini – che investe milioni di euro in un’opera come il Parco del Mare che, rigenerando e rinaturalizzando il waterfront, proietta la città in una dimensione internazionale di massima competitività turistica. Dall’altra c’è l’inceppamento tra Parlamento e Giustizia Italiana che lega le mani ai Comuni e soprattutto agli operatori balneari del Paese, impedendo la necessaria seconda fase del processo, quella degli investimenti dei privati gestori sulla spiaggia.

La storia ‘all’italiana’ delle concessioni balneari da troppo tempo blocca investimenti e competitività del sistema turistico nazionale. Se l’Articolo 1, comma 683 della legge di Bilancio 2019 (confermato nel decreto Rilancio) estende le concessioni demaniali adottate prima del 31 dicembre 2009 sino al 2033, i vari livelli giudiziari approvano o bocciano senza soluzione di continuità quella stessa legge dello Stato, con il solo risultato di gettare il settore nel caos.

Da un lato il Consiglio di Stato prima riconosce ai Comuni la possibilità di applicare le proroghe automatiche delle concessioni balneari; salvo poi “autosmentirsi” con una sentenza che bolla tali proroghe come illegittime. Dall’altro i vari Tar: quello di Lecce (sentenza 1321/2020) secondo cui la disapplicazione della legge non può essere attribuita “in via automatica e addirittura vincolata al dirigente comunale”, e quello di Salerno (sentenza 265/2021) per cui invece le proroghe “vanno disapplicate”.

Ancora poi vi sono orientamenti e atti di procure e quelli dell’Autorità garante della concorrenza. Un quadro di interpretazioni diverse e a volte configgenti, in cui è difficile per le amministrazioni locali districarsi. In buona sostanza, il dirigente comunale che applichi o non applichi la legge italiana si trova ‘equamente’ a rischio di finire in tribunale per omissione d’atti d’ufficio o per abuso d’atti d’ufficio.

In più, o per meglio dire soprattutto, un settore strategico per l’industria turistica italiana, privo di qualsiasi certezza, non può procedere a quegli interventi e ammodernamenti che, nella fase post Covid, sono indispensabili per reggere l’urto della concorrenza internazionale. Così non si può andare avanti.

E lo possiamo dire in special modo a Rimini, città che ha orientato un bel pezzo del proprio futuro sugli interventi di riqualificazione radicale fatti sul fronte spiaggia, e cioè sul lungomare. Abbiamo assolutamente bisogno di quelle certezze che diano agli operatori la possibilità di elevare il grado di servizi e opportunità per i clienti, in linea con la meravigliosa qualità estetica e funzionale di un lungomare che non è più un’autostrada di smog e traffico a due passi dalla riva. Una situazione ancora più urgente e delicata visto che, nei prossimi mesi, il Comune di Rimini aprirà il dibattito sulla proposta di nuova organizzazione dell’arenile, con il nuovo piano spiaggia.

È dunque già tempo di pensare al domani. E il domani di Rimini passa anche dall’arenile. Centinaia di imprese aspettano una legge di riordino che privilegi certamente le caratteristiche gestionali storiche rappresentate dalle nostre micro e piccole imprese, che garantisca la pluralità delle aziende: perché i monopoli, anche in spiaggia, non sono una tutela né per i consumatori né per un’economia sana.

Noi vogliamo andare oltre all’invito/appello al Parlamento a non perdere più tempo in chiacchiere e procedere già da…ieri a una disposizione chiarificatrice in tal senso, Rimini non solo farà sentire la propria voce per stimolare l’intervento rapido del Parlamento, chiedendo allo stesso Premier Draghi, la cui voce peraltro è molto ascoltata in Europa, istituzione che come è noto ha un ruolo primario e direttivo proprio in questa delicata materia, di prendere in mano la materia, ma dà già ora la disponibilità a partecipare con le proprie competenze e esperienze a un auspicabile tavolo tecnico Stato, Regioni, Enti locali, capace di proporre quelle soluzioni vere, concrete, applicabili che finalmente sblocchino il settore”.

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