I carabinieri di Ascoli Piceno stanno eseguendo 15 misure cautelari – cinque custodie in carcere, a carico di soggetti originari del Foggiano, e dieci obblighi di dimora – nei confronti di persone accusate di reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata ai furti e alla ricettazione di autovetture, al concorso in furto e tentato furto aggravato e continuato di auto.
I colpi sono stati messi a segno nel corso dell’ultimo anno lungo tutta la costiera adriatica da Rimini a Taranto. L’operazione, in corso tra Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Cerignola (Foggia) e Vasto (Chieti), è scattata sulla base di un’ordinanza del gip presso il Tribunale di Ascoli chiesta dalla locale Procura.
Le indagini sono cominciate nel 2017 quando in provincia di Ascoli vennero registrati decine di furti di autovetture, caratterizzati da un medesimo modus operandi.
L’organizzazione criminale si dedicava al furto e allo smontaggio di autovetture, in particolare del suv “Kuga” della Ford. Nella banda 14 foggiani e un rumeno residente nel foggiano. Per loro le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata ai furti di vetture ed alla ricettazione di parti di esse; concorso in furto e tentato furto aggravato e continuato di autovetture.
L’indagine ha avuto inizio nel 2017, quando soprattutto nella provincia di Ascoli Piceno si segnalarono numerosi furti di macchine, meglio se fresche di concessionario, portati a termine sempre negli stessi modi e prendendo preferibilmente di mira le Ford Kuga, Le auto venivano poi trasferite lungo la A14 fino alla Puglia, per essere poi smembrate e vendere i pezzi di ricambio sul mercato nero. L’operazione ha visto impiegati oltre 60 militari e un elicottero del Quinto Nucleo di Pescara.
“La banda operava in tutta la fascia adriatica e ha commesso furti, oltre che nelle Marche, anche in Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia. Si spostavano e ritornavano a Cerignola in tempi celeri e le macchine rubate venivano smontate in tempi record”, ha spiegato il colonnello Ciro Niglio , comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno. Alle auto venivano sostituite le centraline per non farsi intercettare.